Il nuovo dramma della Carige

di Paolo Lingua

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Il nuovo dramma della Carige

Tiriamo le somme, anche se si capiva da tempo che qualcosa era nell’aria: l’azione giudiziaria della procura di Milano su una ipotesi di aggiotaggio è una nuova tegola che cade sulla sventurata Carige. Una novità, si fa per dire, che blocca molti progetti (sempre che ci fossero davvero) di ripresa della banca, dopo i faticosi esiti delle assemblee degli azionist9i e dopo l’ultimo cambio di regia ai vertici dell’istituto. E’ ovvio che, in un modo o nell’altro, l’azio0ne penale è scaturita dagli esiti della cosiddetta ”semestrale” del 2018, all’epoca della gestione dell’ex ad Fiorentino, cui sono succeduto prima l’asse Modiano-Innocenzi, diventati poi commissari. Da meno d’un mese c’è poi la nuova gestione che è assolutamente estranea alle vicende penali e civile scaturite dalle denunce del gruppo Malacalza ma che si trova, oggi, per molti asp0etti bloccata in molte operazioni di rilancio che, bene o male, facevano parte dell’ottimistico (forse troppo) piano di rilancio. E’ ovvio che l’azione penale della procura di Milano, che proseguirà autonomamente, andrà avanti per conto suo, mentre da maggio decollerà l’azione civile per il recupero di 480 milioni messa in moto da Gruppo Malacalza. Ma è evidente che le due azioni giudiziarie fanno parte d’una azione a tenaglia che ha la regia diretta e occulta dei silenziosi Malacalza, ormai decisi ad andare fino in fondo a una vicenda che per loro non si è dimostrata poi troppo positiva nel volgere di pochi anni e caratterizzata con un continuo dissenso con i vertici della banca. Senza voler entrare in riflessioni tecniche e finanziarie, appare ormai evidente che la Carige andrà verso una sorta di stallo con il blocco del ritorno in Borsa del titolo, sempre più fragile, così come andranno in una sorta di pausa d’attesa i progetti di investimento delle banche trentine che si profilavano azionisti di riferimento della nuova realtà. Non è facile capire quanto durerà lo stato d’attesa dell’istituto, così come non si sa ancora se ci saranno ulteriori denunce da parte delle associazioni dei piccoli azionisti, ormai tutti sul piede di guerra alla ricerca di rimborso danni. La notizia dell’indagine penale è piombata a Genova nella scorsa notte provocando pessimismo  e disappunto, in un delicato momento di transizione, dopo tanti disastri. Ma quale sarà la strategia del gruppo Malacalza, alla ricerca d’un riscatto (c’è chi parla addirittura di vendetta) d’immagine di fronte al mondo imprenditoriale del territorio ligure. Ora dovremo seguire l’azione della procura di Milano e poi, da maggior, cosa accadrà al tribunale civile di Genova. Una situazione complessa tutta da rimettere in luce per capire quale sarà l’avvenire d’una banca territoriale squassata  da continui terremoti.