Il ministro De Micheli a Genova per la Gronda
di Paolo Lingua
Lunedì 16 sarà a Genova il ministro dei trasporti Paola De Micheli. Sarà in Prefettura e in Porto. Ma l’aspetto più importante della sua presenza a Genova riguarderà un argomento di cui in città si parla da quasi trent’anni, ovvero della Gronda, il raddoppio autostradale urbano che dovrebbe, nel contesto della ricostruzione dell’ex Ponte Morandi, diventare un punto-chiave per il potenziamento delle infrastruttura in Liguria cin funzione delle attività industriali ma soprattutto di quelle legate al porto e al sistema degli scali del territorio.
Il caso della Gronda purtroppo appartiene a uno di quei progetti dalla vita infinita che sono peculiari della Liguria. Non finiremo mai di parlarne. La questione del raddoppio urbano autostradale con agganci per i collegamenti Ponente-Levante risale all’inizio degli anni Novanta, quado di cominciò a parlare di “Bretella” poi ribattezzata Gronda. Le amministrazioni di centrosinistra erano all’inizio favorevoli, ma poi si bloccarono, per pure speculazioni elettorali, temendo la protesta degli abitanti del Ponente cittadino e le diffidenze dei movimenti ecologisti. Alla Gronda si opposero poi i frammenti dell’estrema sinistra e in particolare, con toni allarmati, il M5s. Per la verità queste aree politiche erano ostili anche al Terzo Valico, a cominciare dagli ex sindaci Marta Vincenzi (che poi cambiò idea) e Marco Doria.
Adesso, per dirla con la massima chiarezza, l’area del Pd e la sinistra moderata renziana sono d’accordo per la realizzazione della Gronda do cui comprendono l’utilità e la necessità, considerati i danni provocati dal crollo del ponte. Restano sostanzialmente ostili i grillini che, inoltre, puntando a rompere ogni rapporto di concessione alla Società Autostrade non intendono che la realizzazione della Gronda sia affidata proprio a quella società. Tutto sommato un bel pasticcio che mette un po’ tutti in imbarazzo a cominciare dal governo e si regge sui compromessi faticosi e quotidiani tra Pd e M5s.
Questo spiega il comportamento prudente delle ultime settimane da parte del ministro Paola De Micheli che però, a questo punto, nel corso della sua rapida visita a Genova affronterà in prima battuta, ma sul piano concreto, il tema della Gronda e delle modalità della sua eventuale realizzazione che non sarà, per la complessità orografica del percorso operativo, né facile, né veloce. In parole povere, anche se decollasse il “via libera” in tempi stretti ci vorranno alcuni anni per il suo completamento. In parole povere la Gronda rappresenta un progetto complesso, soprattutto sul piano politico, perché occorrerà trovare mediazioni a livello locale, considerato che ormai, a quanto pare, per le elezioni regionali il Pd e il grillini correranno separatamente, con candidature autonome, sia pure in polemica comune contro il centrodestra.
Ma mal tempo stesso c’è la questione vitale della sopravvivenza del governo, in un clima politico variabile di giorno in giorno e con scelte oscillanti o continui rinvii; il che vuol dire essere costretti, salvo colpi di scena imprevedibili, a procedere con i piedi di piombo. In questo contesto sono molti gli interrogativi che si protendono sulla visita del ministro De Micheli di lunedì. E’ ovvio che qualcosa si dovrà smuovere e si dovrebbe cominciare a capire quale sarà la strategia del governo. L’unico vero e serio dubbio riguarda non tanto le decisioni definitive sulle quali si potrà anche discutere e polemizzare, a seconda delle differenti opinioni. Il vero timore sono le tergiversazioni e i rinvii ai quali purtroppo da tempo siamo abituati e che sono i veri nemici d’una intelligente amministrazione. Avremmo bisogno di strategie basate sulla velocità soprattutto esecutiva. Tra tante disgrazie la scelta commissariale per la ricostruzione del ponte è stata una delle filosofie più felici. Meriterebbe una riflessione approfondita.
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