Guido Rossa modello anche per la moderna linea sindacale
di Paolo Lingua
La celebrazione del 42° anniversario dell’assassino di Guido Rossa, il sindacalista vittima dell’assurda violenza delle Brigate Rosse ha assunto oggi un significato ulteriore proprio all’interno della ex Ilva, l’azienda presso la quale lavorava e dove era un attivo sindacalista, impegnato in politica. Il significato non solo simbolico del ricordo del suo martirio, che oggi appare sempre più assurdo e frutto dell’irrazionale ragionare e agire d’una minoranza estremista di cui nessuno sembra più avere memoria, è stato il legame indissolubile alle sorti della “sua” azienda, caposaldo della produzione siderurgica in Italia per oltre un secolo e che, pur avendo cambiato la denominazione (Ilva, Italsider, Arcelor Mittal, ecc.), è sempre stata un elemento fondante dell’economia del nostro Paese.
In particolare, per venire più vicino ai nostri giorni, fu una delle molle principali del boom del dopoguerra quando decollò la grande industria, ma anche tutta la produzione d’uso dei singoli cittadini (dalle auto agli elettrodomestici) diventando, per certi aspetti della qualità della sua produzione una autentica eccellenza. La presenza di Domenico Arcuri, ad di Invitalia, struttura finanziaria dello Stato che entro un mese acquisirà una percentuale azionaria pari a quella di Arcelor Mittal, ha provocato gli interventi dei dirigenti sindacali della Liguria e anche di Re David, segretaria nazionale della Cgil metalmeccanici. Tutti gli interventi erano rivolti al futuro della produzione siderurgica italiana e, come è apparso ovvio per motivi storici e ideologici, in particolare puntati a quella che sarà la politica e il ruolo d’una realtà pubblica all’interno d’una grande impresa che però ha conosciuto negli ultimi vent’anni una serie di crisi e di incertezze. Dopo decenni di controllo pubblico (tramite la Finsider braccio operativo dell’Iri) e dopo un periodo di commissariamenti e poi di cessione al privato (Gruppo Riva) e dopo un ulteriore commissariamento, l’azienda è stata acquisita da Arcelor Mittal colosso internazionale della siderurgia.
Dal governo Gentiloni attraverso i due governi Conte si sono susseguite infinite trattative, sovente anche con la presenza e la partecipazione sindacale, non particolarmente brillanti. Non si è compresa sino in fondo la strategia e il progetto di Arcelor Mittal, mentre crescevano le polemiche sugli annunci di tagli di produzione e di occupazione, per non parlare di denunce e proteste per la situazione – frutto delle politiche e delle gestioni del passato - di inquinamento ambientale della città di Taranto, colpita anche dalla diffusione di gravi malattie che hanno colpito (e colpiscono ancor oggi) la popolazione. Il sindacato spera di avere un interlocutore più aperto e disponibile con la presenza d’un azionista di riferimento di natura pubblica. In questa chiave, sia pure con tutta la prudenza e il tatto per la celebrazione di oggi, l’ad di Invitalia Domenico Arcuri, ha seguito, con un tono di fiducia e di speranza, questa linea adombrata dai dirigenti sindacali, sia pure senza anticipare nulla, dal momento che l’ingresso di Invitalia nella gestione dell’ex Ilva si realizzerà nelle prossime settimane. Ma ha ricordato progetti e investimenti a favore dell’ambiente, tra cui gli interventi di manutenzione, di ristrutturazione di interi reparti, nonché l’importante realizzazione di un forno elettrico una realtà produttiva in grado di abbattere l’inquinamento. Anche Arcuri, in questa chiave di progetti positivi, nella prospettiva di una ormai certa ripresa dell’economia mondiale, quando la pandemia sarà sconfitta (ha ricordato, proprio nel suo ruolo di commissario nazionale alla sanità l’importanza assoluta dell’intensificare le vaccinazioni), il significato ancora attuale ed emblematico di “un uomo normale diventato eroe”, come Guido Rossa. Un sindacalista costruttivo e riformista, espressione d’una moderna sinistra, pragmatica senza mai rinunciare ai propri ideali. Anche per questo la memoria di Guido Rossa vive ancora.
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