Gronda, Toninelli: "Sulla revoca della concessione ad Autostrade non molliamo"

di Marco Innocenti

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Toti risponde: "Toninelli non può decidere per i liguri"

Gronda, Toninelli: "Sulla revoca della concessione ad Autostrade non molliamo"
"Il Movimento 5 Stelle non mollerà di un centimetro". Lo scrive il ministro delle infrastrutture Danilo Toninelli su Facebook, tornando sulla polemica scatenata dalla pubblicazione dell'analisi costi/benefici del progetto Gronda di Genova. "La Lega - scrive Toninelli - con la folle crisi di governo, cerca di salvare Autostrade dalla revoca della concessione e infatti il gestore privato si permette ora di alzare la voce, ma il M5S su questa partita non molla di un millimetro". "Vogliamo fare la Gronda per Genova, non la Gronda per Aspi - aggiunge il ministro - Continuiamo ad aiutare la città e ragioniamo sull'utilizzo dei possibili risparmi per altre opere davvero utili". Sulla questione interviene anche l'ex viceministro Edoardo Rixi: "Oggi il Pd di Genova mi attacca perché non avrei sbloccato la Gronda quando ero viceministro. Capisco tutto, ma qualcuno ricordi al Pd che sono diventato viceministro a luglio e venti giorni dopo c'è stata la tragedia del ponte Morandi di cui mi sono occupato in prima persona portando oltre 1 miliardo di euro in città. Questo mentre c'era chi nel Pd tifava per rinviare sine die la ricostruzione del Ponte. Mi si può accusare di tutto, ma non di non difendere la mia terra". Lo scrive in una nota l'ex viceministro alle infrastrutture e attuale responsabile per le infrastrutture della lega Edoardo Rixi. "Detto ciò - prosegue la nota - mi spieghino ora se vogliono o no la Gronda perché l'ipotesi Salvatore (la portavoce regionale del M5s, ndr) è tecnicamente folle e equivarrebbe a distruggere il waterfront di Pegli e del Ponente genovese". Secondo Rixi, la minigronda sarebbe "una follia, un'opera inutile che prevedrebbe una quattro corsie al posto dell'unica passeggiata a mare a Ponente. Se il governo è caduto è proprio per queste posizioni folli del M5s. Ora il Pd, che si è scoperto improvvisamente alleato con la Salvatore, ci spieghi cosa vuole fare e se intende buttare alle ortiche il tracciato del progetto esecutivo della Gronda, risultato del dibattito pubblico voluto dall'allora sindaco Pd Vincenzi e non dai Benetton". "Autonomia vuol dire poter decidere sulle proprie infrastrutture. Se i liguri ritengono utile la Gronda autostradale di Genova non può bloccarla un ministro come Toninelli". Lo scrive il presidente della Regione Liguria e leader di 'Cambiamo!' Giovanni Toti oggi pomeriggio sulla sua pagina fb. "Possono i liguri che di Iva non incassano niente, se non una piccola percentuale per i loro investimenti - dichiara Toti riferendosi al gettito fiscale del porto di Genova - ma vedono i camion tutti i giorni arrivare sulle loro banchine, decidere se vogliono o no la Gronda autostradale, o deve decidere Toninelli?". Sulla questione intervengono anche i senatori liguri della Lega Francesco Bruzzone, Paolo Ripamonti e Stefania Pucciarelli:"Se ancora a Genova parliamo di Gronda da oltre trent'anni dobbiamo dire grazie al Pd e quel che era prima, e ai Cinque Stelle e ai loro epigoni dei no a prescindere. Paita, Lunardon e Burlando hanno governato la nostra regione per decenni e hanno sempre procrastinato la realizzazione di un'infrastruttura fondamentale non solo per la città di Genova. Con che coraggio Paita, Lunardon e Pd genovese ci vengono a raccontare che è colpa di Rixi, per un solo anno viceministro, che l'opera è bloccata?. In un anno di governo, la Lega e l'ex viceministro Rixi hanno portato oltre un miliardo di euro a Genova e raccolto la sfida di costruire un ponte nuovo in un anno dalla tragedia del Morandi, un esempio mondiale di quanto la politica del fare e dei sì può raggiungere, nonostante l'ostruzionismo del Pd e dei Cinque Stelle sul territorio - si legge nella nota -. Ce lo dica chiaramente la Paita se ha deciso di avvallare il progetto della minigronda, inutile e devastante per il ponente genovese, in cambio di una poltrona di governo, che sa benissimo non potrebbe mai raggiungere per merito elettorale ma solo attraverso gli inciuci romani".