Green economy senza sussidi ma con visione industriale: i piani dell''America Party' di Elon Musk
di R.S.
L'industriale ha una visione della transizione ecologica libera da sussidi ma guidata da tecnologie innovative e investimenti infrastrutturali

Elon Musk si prepara a entrare direttamente nella politica americana con la creazione dell’America Party, un progetto che mira a influenzare le politiche ambientali e industriali degli Stati Uniti. La rottura con Donald Trump, acuita dal recente Big Beautiful Bill che penalizza Tesla, ha accelerato i tempi. Musk punta ora a diventare il nuovo ago della bilancia in Congresso, promuovendo una visione della transizione ecologica libera da sussidi ma guidata da tecnologie innovative e investimenti infrastrutturali.
Il cuore del programma sarà un “Master Plan” per l’energia, centrato sull’elettrificazione totale dei consumi (trasporti, riscaldamento, industria) e sull’espansione massiccia delle rinnovabili. Musk prevede l’installazione di 30 terawatt di solare ed eolico, accompagnati da batterie giganti, reti intelligenti e la costruzione di almeno 100 gigafactory. Il fotovoltaico sarà il pilastro energetico, con l’obiettivo di rendere ogni abitazione autonoma tramite tetti solari e sistemi di accumulo Powerwall.
Sul fronte della mobilità elettrica, Musk denuncia l’effetto negativo dell’alleanza con Trump: le vendite di Tesla sono calate, anche a causa di provvedimenti che minacciano i crediti di emissione – oggi fonte primaria di profitto. In risposta, l’America Party promuoverà un mercato aperto, senza incentivi pubblici, ma con una carbon tax per rendere le fonti fossili meno competitive. La posizione è chiara: stop ai sussidi, sì alla tassazione sul carbonio.
Le Big Oil, storicamente protette dai governi repubblicani, non avranno alleati nel partito di Musk. Sebbene non le demonizzi, Musk considera inevitabile il superamento delle fonti fossili, pur ammettendo che il percorso potrebbe durare decenni.
In sintesi, l’America Party si presenta come una forza politica verde, tecnologica e industrialista: no alle scorciatoie dei sussidi, sì a una transizione strutturale guidata dal libero mercato e dalla capacità innovativa del settore privato.
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