Giornate Mameliane, la rivolta del Balilla e la prima volta dell’inno d’Italia a Genova

di Redazione

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Sanna: "Appuntamento importante per valorizzare la storia di Genova e farla conoscere anche ai più giovani"

Giornate Mameliane, la rivolta del Balilla e la prima volta dell’inno d’Italia a Genova

Questa mattina il vicepresidente del Consiglio regionale della Liguria, Armando Sanna, ha rappresentato la Regione, alle celebrazioni delle “Giornate Mameliane”, partecipando alla cerimonia che si è svolta nel piazzale antistante il Santuario di Nostra Signora di Loreto, a Genova. 
I bambini della scuola primaria “Dieci Dicembre” e della scuola dell’infanzia “Fumagalli” hanno intonato l’inno di Mameli, sulle note eseguite dalla Banda musicale di Rivarolo.

“Si è trattato di un momento commovente”, ha detto Sanna che ha rimarcato: “L’appuntamento di oggi consente di approfondire e valorizzare ulteriormente la storia della nostra Genova e di farla conoscere anche ai più giovani”.

Con l’occasione son state infatti ripercorse le “tappe” che hanno portato alla nascita dell’inno d’Italia e nel contempo si è ricordato il miracolo dell’Apparizione della Madonna a frate Candido Giusso.

Due sono le date che si ricordano oggi. In primo luogo il 5 dicembre 1746, quando Genova si ribellò all’occupazione austriaca con il famoso gesto del “Balilla” che fece scattare la rivolta popolare. In quell’anno venne fatto voto alla Madonna: se gli austriaci fossero stati sconfitti e allontanati dalla città, tutti gli anni le autorità cittadine sarebbero salite al Santuario di Oregina per lo “scioglimento del voto”, che si è rinnovato anche questa mattina, dopo la celebrazione della Santa Messa e la deposizione delle corone. 
Si ripercorrono inoltre i fatti del 10 dicembre 1847 quando, in ricordo di quel lontano avvenimento del 1746, oltre trentamila patrioti provenienti da ogni parte d’Italia sfilarono sventolando il Tricolore, dall’Acquasola ad Oregina, intonando per la prima volta in pubblico il canto degli Italiani, scritto da Goffredo Mameli e musicato da Michele Novaro. 

Conclude Sanna: “Non dobbiamo permettere che vengano dimenticate pagine di storia così importanti, non solo per la nostra Genova, ma anche per l'Italia"