Gianni Rivera si racconta a Telenord: "Sono pronto ad allenare"

di Redazione

L'ex centrocampista: "La finale con la Germania? Dovevo fare gol altrimenti non sarei potuto tornare in Italia"

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Sono trascorsi 50 anni dalla partita del secolo. Nei ricordi degli italiani è ancora viva l'emozione di Italia-Germania 4-3, una partita che è entrata inevitabilmente nella storia. A distanza di tanti anni Gianni Rivera ha ripercorso in diretta a Telenord le tappe di quella sfida. "Ovviamente era impossibile immaginare una cosa del genere. È chiaro che ha lasciato un segno importante, però lo stavamo vivendo in quel momento e non c'era modo di pensare ad altro. Poi ci siamo accorti che ha avuto un peso fondamentale, anche nella vita dei messicani. Hanno messo la targa dedicata alla partita del secolo..."

Al momento in cui avete subito il gol del 3-3, Albertosi si infuriò con Rivera: "In quel momento non sentivo niente però poi dai giornali ho capito cosa mi aveva detto. Ero preoccupato e in tensione, lì mi ero detto che dovevo fare gol altrimenti non sarei potuto tornare in Italia. Ho dribblato tutti i tedeschi e sono andato in porta."

Per Claudio Onofri oggi Rivera potrebbe fare la differenza anche nel calcio di oggi: "Il modo di interpretare il calcio era completamente diverso. Un gol come quello che è accduto contro la Germania oggi non potrebbe accadere. Noi siamo partiti subito perchè dovevamo recuperare al più presto mettendoli in confusione. io ho calciato completamente libero in area, oggi sarebbe impossibile perchè si incomincia a giocare indietro. Io fatto il corso di allenatore, chissà che un giorno non possa fare anche quello. Sono pronto per cambiare le regole del gioco, io sono per tenere la mia squadra lontano dalla porta. Sono pronto altrimenti non avrei fatto il corso. oggi sono allenatore di prima categoria."

Il problema della mancanza di talenti italiani oggi: "Questo è un problema che la società devono sistemare. Io credo che giovani calciatori italiani ce ne siano abbastanza per riempire le rose delle squadre di alto livello. Oggi stranieri di qualità ne arrivano sempre meno, perchè ormai le squadre all'estero hanno più soldi. Ronaldo e Ibrahimovic sono due casi eccezionali."