Gestione occulta del bar Libeccio a Pegli, tre assolti e pene ridotte in appello

di E.L.M

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Caduta l’aggravante dell’agevolazione alla camorra nel processo sulla gestione del bar Libeccio a Genova

Gestione occulta del bar Libeccio a Pegli, tre assolti e pene ridotte in appello

La Corte d’Appello di Genova ha assolto tre imputati e ridotto la pena ad altri tre nel procedimento relativo alla gestione del bar Libeccio, sul lungomare di Pegli. L’aggravante dell’agevolazione a un’organizzazione mafiosa, inizialmente contestata, è stata esclusa.

Sentenza – I giudici della terza sezione della Corte d’Appello hanno assolto Francesco Cinquegranella, Antonio Novelletti e Mario Russo “per non aver commesso il fatto”. I tre erano stati condannati in primo grado rispettivamente a tre e due anni di reclusione.

Riduzioni di pena – Le condanne sono state ridotte per Angelo Russo, da quattro anni a tre anni e quattro mesi, per Antonietta Russo, da un anno a dieci mesi e venti giorni, e per Liberato Soriente, da due anni a un anno e sei mesi. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Alessia Sanna, Antonio Principe e Mario Iavicoli.

Le indagini – Secondo le ricostruzioni della Guardia di Finanza, della squadra mobile e del Sisco, il bar risultava formalmente intestato a Soriente, ma sarebbe stato in realtà gestito da Angelo Russo, nonostante la detenzione. Russo era stato arrestato a Genova nel 2019 nell’ambito di un’indagine della Procura di Napoli su un presunto traffico di droga con base nel capoluogo campano.

Gestione occulta – Per l’accusa, Russo avrebbe utilizzato fondi di origine sospetta per finanziare il bar, occupandosi anche della sua ristrutturazione in seguito a un incendio doloso avvenuto nel 2016. Queste circostanze avevano inizialmente portato a ipotizzare un’agevolazione della camorra, aggravante poi venuta meno nel corso del procedimento.

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