Genova, traffico di armi e droga, venti arresti tra Liguria e Calabria
di Redazione
Blitz scattato in collaborazione tra Dda, Eurojust ed Europol
I carabinieri del Ros di Genova hanno fatto scattare un blitz, con misure cautelari nei confronti di 20 persone per detenzione e traffico internazionale di droga e di armi, anche da guerra.
In corso perquisizioni e sequestri tra la Liguria e la Calabria.
L'attività, coordinata dal sostituto procuratore Marco Zocco della Dda, è frutto della cooperazione giudiziaria e di polizia con Eurojust ed Europol.
L'indagine dei Ros che ha portato a 20 arresti è una costola dell'operazione del 2015 che aveva coinvolto Giuseppe Bellocco, figlio del boss Gregorio Bellocco dell'omonima 'ndrina di Rosarno. Oltre a lui erano stati arrestati Gabriele Puleo e Igor Cerasa per l'importazione di 150 chili di cocaina dal Sudamerica. Gli investigatori hanno scoperto che il gruppo aveva organizzato due importazioni di droga che dalla Calabria erano destinate alla Liguria. Gli arrestati avevano la disponibilità di armi comuni ma anche mitragliatrici da guerra.
Sei degli indagati arrestati sono accusati di essere componenti di una associazione per delinquere, operativa dal 2014 a Genova, nonché a Panama; Colombia e Venezuela finalizzata alla importazione dall’America Latina di ingenti quantitativi di cocaina, che veniva caricata su navi dirette al porto di Genova, e, una volta recuperata, grazie all’illecita collaborazione di lavoratori operanti negli scali portuali cittadini, rivenduta a terzi, oppure, al recupero di carichi di droga destinati ad altre organizzazioni criminali, grazie alla possibilità dell’associazione di assicurare anche tali servizi, in tal caso facendosi ricompensare con una percentuale (in denaro o in cocaina), variabile, ma aggirantesi attorno al 20% del prodotto importato o con una somma equivalente, come corrispettivo per il recupero del carico presso il porto.
L'organizzazione smantellata dai carabinieri del Ros e dalla Dda di Genova e dedita al traffico di stupefacenti era diretta da Gabriele Puleo, un immobiliarista genovese da anni trapiantato in Colombia arrestato nel 2016, che gestiva il traffico di droga dal carcere di Marassi grazie ad alcuni criptotelefonini. Da Marassi Puleo è riuscito a organizzare nuovi carichi di cocaina dalla Colombia e dalla Repubblica Dominicana destinati all'Italia, tramite il porto di Genova e gli aeroporti di Parigi e di Amsterdam. Il pagamento della droga avveniva in contanti: il denaro veniva consegnato a un intermediario in Italia, indicato dai fornitori, che si occupava della rimessa a questi ultimi, tramite canali extrabancari e poi consegnando ricevuta agli acquirenti. Agli indagati vengono contestati nove episodi di importazione di cocaina per circa 670 chili e un valore commerciale di 25 milioni oltre a 38 episodi di detenzione e cessione di droga. Per due di questi viene contestata l'aggravante dell'associazione mafiosa, per avere agevolato agevolato la cosca dei Bellocco. Gli episodi erano compiuti in autonomia sia da appartenenti all'organizzazione che da altri soggetti legati alla banda che, a loro volta, distribuivano cocaina, hashish e marijuana alle proprie filiere di spaccio. All'organizzazione è stata contestata la detenzione di due Smith & Wesson 357 magnum e 38 special, una bomba a mano M75, una pistol machine Zastava Tokarev, due fucili d'assalto Zastava, riproduzioni del Kalašnikov, semiautomatiche e revolver. Per quanto riguarda l'importazione dall'America Latina di cocaina, caricata su navi dirette al porto di Genova, gli investigatori hanno scoperto che veniva recuperata grazie alla collaborazione di lavoratori operanti negli scali portuali cittadini. L'organizzazione, per il recupero, si faceva ricompensare con una percentuale in denaro o in cocaina variabile, circa il 20% del prodotto importato.
Telefoni criptati ma anche pizzini con codici cifrati. Erano questi gli "strumenti" grazie ai quali Gabriele Puleo organizzava il traffico di droga dal carcere di Marassi. Traffico poi interrotto a fine 2021 dopo il suo trasferimento nella casa circondariale di Alessandria. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, che hanno arrestato 22 persone, Puleo aveva ricevuto dal suo ingresso in cella nel 2015 sei telefonini di cui 4 criptati. Con questi comunicava col suo braccio destro Marco Cuomo, mentre col padre Vincenzo Puleo (che faceva il tesoriere dell'organizzazione) comunicava anche tramite fogliettini passati durante i colloqui. I telefonini servivano anche a fare le videochiamate alla mamma e alla nonna, oltre che ad organizzare i traffici. Per recuperare i carichi di stupefacente Puleo poteva contare su un impiegato di una ditta che si occupa di recuperare i rifiuti nelle navi. Lo dimostra una sua conversazione intercettata. "Riesce a mettere sopra le navi che arrivano a Genova? Che abbiamo scarico salendo sopra e portando via con la barca che raccoglie spazzatura di tutte le navi". I "recuperatori" non erano solo nel capoluogo ligure ma anche a Parigi e in Olanda.
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