Genova ricorda i suoi operai deportati, 81 anni dopo il rastrellamento del 1944

di Simone Galdi

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Deposte corone in ricordo dei 1500 lavoratori genovesi deportati dai nazifascisti con la complicità della Repubblica di Salò

Si è svolta questa mattina a Sestri Ponente la cerimonia ufficiale per l’81° anniversario del rastrellamento nazifascista del 16 giugno 1944, durante il quale 1500 operai genovesi furono deportati verso i lager tedeschi. Presenti autorità civili e militari, rappresentanti delle istituzioni, associazioni e cittadini.

Commemorazione istituzionale – Le celebrazioni sono iniziate con la Messa nella Basilica N.S. Assunta, seguita dalla deposizione delle corone nell’atrio di Palazzo Fieschi. Durante la cerimonia sono intervenuti, tra gli altri, Giacomo Ronzitti (ILSREC), Francesco Quaglia (associazione 16 giugno 1944), Fabio Ceraudo (presidente Municipio Medio Ponente), Stefano Damonte (Città Metropolitana di Genova), Katia Piccardo (Regione Liguria) e il vicesindaco di Genova Alessandro Terrile.

Memoria storica – Il 16 giugno di 81 anni fa le fabbriche genovesi furono teatro di una vasta operazione repressiva condotta da nazisti e fascisti. Reparti armati circondarono gli stabilimenti della San Giorgio, SIAC, Ansaldo e Piaggio, bloccando i lavoratori e deportandone circa 1500 nei campi di lavoro del Reich. Gli operai vennero trattenuti, selezionati e caricati su vagoni ferroviari. Alcuni tentarono la fuga, ma furono uccisi o feriti. I deportati furono destinati inizialmente al campo di Mauthausen, poi ai campi di lavoro forzato del Reich. Molti morirono, altri sopravvissero dopo mesi di privazioni. I loro nomi si unirono a quelli degli ebrei, degli antifascisti e delle vittime delle rappresaglie.

Complicità fascista – «Il rastrellamento non sarebbe stato possibile senza la collaborazione della Repubblica di Salò – ha dichiarato il vicesindaco Terrile – in particolare del prefetto Carlo Emanuele Basile, che ne fu uno degli organizzatori principali». Terrile ha sottolineato il ruolo del movimento operaio nella Resistenza, ricordando scioperi e sabotaggi nelle fabbriche contro l’occupazione nazista.

Resistenza operaia – «Il regime nazista sapeva bene che il movimento operaio rappresentava una minaccia concreta, per questo reagì con una deportazione sistematica – ha proseguito Terrile – Un’azione repressiva che mirava a colpire chi lottava per libertà e democrazia». L’intervento ha richiamato anche la continuità tra la repressione del 1944 e le proteste del 30 giugno 1960, quando migliaia di lavoratori genovesi si opposero al congresso del Movimento Sociale Italiano nella città decorata per la Resistenza.

Associazioni e testimonianze – Il vicesindaco ha ringraziato l’associazione 16 giugno 1944, l’ILSREC e l’ANPI per il loro lavoro nel mantenere viva la memoria storica e trasmettere alle nuove generazioni il significato di quel sacrificio. «È nostro dovere – ha concluso il vicesindaco – ricordare i deportati e vigilare affinché ideologie simili non trovino nuovo spazio».

Orazione civile – La cerimonia si è chiusa con l’orazione commemorativa di Marco Pluviano, del comitato scientifico dell’ILSREC, il cui testo è stato redatto insieme a Irene Guerrini. Tra i presenti anche il procuratore generale Enrico Zucca, consiglieri comunali e municipali, rappresentanti delle associazioni, parenti dei deportati e cittadini.

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