Genova, rafforzata la sicurezza dopo l’escalation in Medio Oriente e l’intensificarsi delle tensioni internazionali

di M.C.

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Disposta in Prefettura l’intensificazione dei controlli su obiettivi sensibili e infrastrutture strategiche della città metropolitana

Genova, rafforzata la sicurezza dopo l’escalation in Medio Oriente e l’intensificarsi delle tensioni internazionali

Questa mattina si è svolta in Prefettura a Genova una riunione tecnica di coordinamento delle forze di polizia, convocata dal prefetto Cinzia Torraco, per disporre l’ulteriore intensificazione delle misure di vigilanza e sicurezza già operative sul territorio. La decisione arriva in risposta al progressivo aggravarsi della situazione internazionale e al timore di possibili ripercussioni anche sul piano interno.

Obiettivi sensibili – Le nuove misure riguardano in particolare la protezione degli obiettivi sensibili e delle infrastrutture critiche presenti nell’area metropolitana genovese. Le forze dell’ordine rafforzeranno i controlli e la sorveglianza nelle aree considerate maggiormente esposte, in coordinamento con le direttive nazionali.

Scenario internazionale – Negli ultimi giorni, le tensioni nell’area mediorientale si sono intensificate. Israele ha avviato a metà giugno l’operazione “Rising Lion”, colpendo oltre cento obiettivi iraniani tra cui siti nucleari a Natanz, Fordow e Isfahan, con l’impiego di circa 200 aerei militari.

Reazioni iraniane – In risposta, il 13 giugno l’Iran ha lanciato un massiccio contrattacco con oltre 150 missili balistici e più di 100 droni diretti verso il territorio israeliano. L’attacco ha causato feriti e interruzioni nei sistemi di difesa aerea israeliani, segnando un significativo salto di livello nel confronto militare tra i due Paesi.

Intervento statunitense – Gli Stati Uniti sono intervenuti direttamente nel conflitto, colpendo infrastrutture nucleari iraniane con ordigni bunker-buster e generando nuove tensioni sul piano diplomatico e strategico. I raid americani hanno preso di mira siti ritenuti cruciali per le capacità tecnologiche di Teheran.

Coinvolgimento regionale – Diversi Paesi del Golfo, tra cui Arabia Saudita, Qatar, Emirati Arabi Uniti e Kuwait, hanno innalzato i propri livelli di allerta e predisposto misure straordinarie di difesa, nel timore di un’escalation regionale.

Rischi economici – L’Iran ha inoltre ventilato l’ipotesi di chiudere lo Stretto di Hormuz, attraverso cui transita circa il 20% del petrolio mondiale. Una misura che, se attuata, avrebbe pesanti ricadute sul mercato energetico globale e aggraverebbe ulteriormente la crisi.

Attività dei proxy – Contestualmente, gruppi alleati all’Iran come gli Houthi in Yemen hanno intensificato gli attacchi contro obiettivi sauditi e israeliani, tra cui un raid con missili contro l’aeroporto di Tel Aviv avvenuto lo scorso maggio.

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