Genova, protesta contro l'anagrafe anticomunista: 200 persone a Tursi
di Alessandro Bacci
Bucci riceve una delegazione ma viene accusato "di essersi lavato le mani della Costituzione". Il sindaco replica: "Non è accettabile". Prevista istanza al prefetto
Si è concluso con un incontro, anche piuttosto acceso, con il sindaco di Genova Marco Bucci e la prospettiva di un'istanza al prefetto e al segretario generale del Comune, il presidio organizzato davanti alla sede del Comune, per chiedere al consiglio comunale di ritirare l'ordine del giorno che proponendo l'istituzione di un'anagrafe antifascista ma anche anticomunista. Al presidio, organizzato dall'associazione Giuristi Democratici, erano presenti circa 200 persone, tutte con mascherina. Tra i partecipanti l'Anpi, l'Arci, la Cgil e l'Usb, esponenti del Pd, della lista Sansa e di altri partiti di sinistra e centrosinistra tra cui le sigle che portano la parola "comunista" al loro interno.
Una delegazione dei manifestanti è stata ricevuta dal sindaco, ma si è dimezzata dopo che Giovanni Ferretti (Prc), ha accusato il primo cittadino di essersi lavato le mani della Costituzione. "Lo ha ripetuto due volte - ha detto Bucci - quindi l'ho invitato a lasciare il mio ufficio non tanto per rispetto mio ma del mio ruolo di sindaco, non è accettabile dire che un sindaco non rispetta la Costituzione". Dopo aver fatto uscire Ferretti hanno lasciato la riunione anche Gianni Pastorino, consigliere regionale di Linea Condivisa e Maurizio Rimassa, coordinatore dell'Usb Liguria. Sono rimasti, invece, Dario Rossi, referente di Giuristi Democratici, Loris Viari, vicepresidente provinciale dell'Anpi e Elena Bruzzese, della Camera del Lavoro di Genova. L'incontro è durato quasi un'ora.
I promotori del presidio hanno chiesto al sindaco di far ritirare il discusso documento. "Il sindaco ci ha detto che non era disponibile a farlo perché non in suo potere - ha detto Dario Rossi - perché l'ordine del giorno è un atto del consiglio comunale, ci ha invece suggerito di presentare un'istanza alla prefettura o al segretario generale del Comune per valutare la ricevibilità di quell'ordine del giorno, cosa che faremo al più presto". Anpi e Giuristi Democratici hanno ribadito che l'ordine del giorno è anticostituzionale perché l'unica espressione politica vietata dalla Costituzione è il fascismo. "Abbiamo anche sollevato una questione politica, che il sindaco dovrebbe riconoscere - continua Rossi - che questa vicenda non fa fare una bella figura a Genova, sesta città d'Italia, e medaglia d'oro per la Resistenza".
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