Genova, processo Morandi, teste Aspi: "Il ponte era il Colosseo delle autostrade, un'opera d'arte sotto controllo particolare"
di Redazione
L'ingegner Di Napoli: "Il rischio di crollo era considerato al pari di un'eruzione del Vesuvio"
Il ponte Morandi era "il Colosseo della rete autostradale", una "opera d'arte che era sotto controllo particolare". Lo ha detto in aula Michele Di Napoli, uno degli ultimi testimoni citati dall'accusa nel processo per il crollo del 14 agosto 2018, costato la vita a 43 persone.
Di Napoli, ingegnere di Aspi, ha lavorato all'Ufficio monitoraggio e manutenzione. Ha ricostruito nei dettagli gli organigrammi e le competenze del suo ufficio nel corso degli anni. La sua competenza riguardava la parte geotecnica. Gli uffici centrali "si occupavano dei lavori più costosi e complessi, mentre le direzioni di tronco degli altri e della manutenzione ordinaria". Col tempo alla Direzione centrale è rimasto il lavoro di coordinamento e supporto tecnico specialistico.
Nel 2015 Di Napoli prese parte alle riunioni dell'unità Risk Assessment, per la stesura del catalogo rischi. "Una lista della spesa - ha detto il teste - dei rischi che potessero compromettere la sicurezza delle infrastrutture e degli utenti. Il crollo del ponte sul Polcevera e l'eruzione del Vesuvio erano considerati i fatti più rilevanti".
Da lunedì prossimo inizieranno gli esami degli imputati: su 58 risponderanno poco meno della metà, mentre gli altri rilasceranno spontanee dichiarazioni o non risponderanno affatto.
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