Genova, neonato muore dopo circoncisione: in manette la madre e il "santone"
di Redazione
La tragedia in un appartamento di Quezzi. L'uomo in fuga è stato arrestato a Ventimiglia
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Un neonato è morto stanotte all'interno di un appartamento della zona di Quezzi. Secondo una prima ricostruzione, il decesso sarebbe avvenuto al termine di una circoncisione effettuata in casa da qualcuno privo della necessaria preparazione e sprovvisto di strumenti medici adatti. L'allarme è scattato intorno alle 4 del mattino quando la madre, una 25enne nigeriana, e la nonna hanno chiamato il 118, che a sua volta ha allertato la Polizia. Purtroppo però, all'arrivo dei soccorsi, per il piccolo non c'era più nulla da fare.
Sul posto sono immediatamente intervenute le volanti della Questura e poi anche gli agenti della Squadra Mobile, coordinati dal dirigente Marco Calì. I poliziotti hanno subito
accompagnato la madre e la nonna del neonato in questura per chiarire l'accaduto mentre la Scientifica procedeva ai rilevamenti di rito per far luce su quanto accaduto.
Il piccolo aveva poche settimane di vita mentre il padre è lontano dall'Italia. Come detto, a praticare la circoncisione sarebbe stata una terza persona chiamata dalle due donne e che si sarebbe allontanata dall'abitazione prima dell'arrivo dei soccorsi e delle volanti.
L'uomo, considerato dalle due donne come una specie di "santone", è stato fermato poche ore dopo nei pressi di Ventimiglia e successivamente portato a Genova per la prosecuzione delle indagini, coordinate dal sostituto procuratore Daniela Pischetola, che potrebbe ipotizzare l'omicidio preterintenzionale. Per la madre e la nonna, invece, potrebbe arrivare un'accusa di concorso in omicidio e omissione di soccorso.
Un fenomeno, quello delle circoncisioni clandestine, che ogni anno conta migliaia di casi: "Al momento, tranne qualche eccezione, la circoncisione per motivi religiosi può essere fatta solo privatamente, al costo di migliaia di euro - spiega Mustafa Qaddurah, pediatra e dirigente del Centro Islamico di Roma - Questo porta migliaia di famiglie, che non hanno i mezzi per pagare o per tornare a farla nei paesi d'origine, a rivolgersi a ciarlatani che chiedono poche decine di euro". Per questo, molti richiedono che queste pratiche vengano inserite nei Lea, i cosiddetti Livelli Essenziali di Assistenza che il servizio sanitario nazionale è tenuto a garantire a tutti i cittadini.
"Pian piano il fenomeno sta venendo allo scoperto - prosegue il pediatra - anche per la maggiore conoscenza da parte dei medici e delle autorità ma c'è comunque una grande percentuale che non emerge. Ai bambini che muoiono si aggiungono quelli, e sono centinaia ogni anno, che arrivano al pronto soccorso con malformazioni o infezioni causate dalla pratica che spesso portano a danni permanenti". Prima del caso di Genova, pochi giorni fa erano venuti alla luce due casi simili a Reggio Emilia e a Monterotondo, vicino Roma. Secondo alcune stime ogni anno in Italia vengono effettuate dalle 2mila alle 3mila circoncisioni clandestine.
"Gli ultimi dati ci dicono che il 35% di queste pratiche avviene in ambienti non protetti e clandestinamente - ha aggiunto Marialucia Lorefice, deputata del M5S e presidente della commissione Affari Sociali alla Camera - Tutto questo non è ammissibile. Stiamo lavorando ad una proposta apposita e sottolineiamo quanto ribadito dal ministro della Salute Giulia Grillo sul tema, che oltre alla sua complessità, necessita immediatamente di un protocollo per la sicurezza dei bambini. Bisogna far capire che la circoncisione rituale è un intervento chirurgico che non può essere eseguito da persone improvvisate, ma va praticato in condizioni di sicurezza".
Arriva anche la reazione dello stesso ministro Grillo, affidata ad un tweet: "Dopo il caso di qualche giorno fa un altro bimbo è morto per circoncisione fatta in casa, è urgente trovare soluzioni. Il tema è complesso e bisogna confrontarsi con le autorità religiose. Ma l'assoluta priorità è individuare un protocollo per la sicurezza dei bambini".
In Liguria, il servizio sanitario regionale garantisce la circoncisione ‘a scopo terapeutico’ sia pediatrica che adulta ma non quella ‘rituale’ in quanto non rientra nelle prestazioni previste dai Lea, livelli essenziali di assistenza. In particolare la circoncisione terapeutica pediatrica viene effettuata presso l’Istituto Gaslini e gli ospedali San Paolo di Savona e Sant’Andrea della Spezia. È quanto precisa Regione Liguria, a seguito della tragedia avvenuta questa mattina a Genova con la morte di un neonato. “A differenza di quanto accade in alcune Regioni come la Toscana – precisa la vicepresidente e assessore alla Sanità – in Liguria non è consentita la circoncisione ‘rituale’ negli ospedali pubblici. Occorre potenziare ancora di più la prevenzione e l’informazione anche nei consultori grazie alla presenza dei mediatori culturali con percorsi di accompagnamento mirati nei confronti delle famiglie per evitare la pratica casalinga di interventi invasivi che possono determinare anche la morte del neonato”.
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