Genova, le formule di Newton diventano arte per Paolo Chimeri, orafo e scultore in Campetto
di Anna Li Vigni
Ha iniziato come garzone nella bottega del padre. Orafo e scultore. Un giorno scopre che la sua creatività artistica ha un "numero" in comune con il matematico Newton
"Prima di tutto non è Piazza Campetto, ma solo Campetto. Ci sono due targhe affisse ai muri su questa piazza che però non è Piazza Campetto ma solo Campetto. Spesso mi ritrovo a cercare di spiegarlo anche ai vigili urbani", esordisce così Paolo Chimeri, un uomo che, alla bellezza di 88 anni, vive e lavora nel centro storico genovese.
Quando lo avviso che sarei andata ad intervistarlo, con poco preavviso tra l'altro, lui non si spaventa. Il disordine creativo che ha accumulato nel corso degli anni è straordinario e non so fino a che punto le immagini possono descriverlo. Bisognerebbe andare di persona per capire che, nel suo mondo, Paolo Chimeri è un artista ancora "adolescente" con progetti e idee da realizzare. Mi mostra tante fotografie della famiglia e di quando era giovane. Un "bel giovanotto" anche corteggiato ma che ha deciso di, come dice lui stesso, "prendere in moglie l'arte".
Da ogni cassetto, mensola, scatola, spunta la sua fantasia artistica. Da orafo a scultore. Tiene attentamente in una scatola, gli stampi in cera dei suoi anelli. Da un cassetto infatti fuoriescono pezzi unici in oro e argento. Anelli di grande valore che Paolo Chimeri ha realizzato mandando i suoi stampi in fonderia. Poi ci sono i musici. Un suo crocifisso in bronzo è nella Basilica di Santa Maria delle Vigne e qui ha ottenuto di avere una targa dove viene citato. Ma la sua arte è matematica quando scopre di avere un numero in comune con il matematico Newton.
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