Genova, la chirurgia robotica mininvasiva sbarca all'ospedale Galliera: ecco "Da Vinci"
di Marco Innocenti
Sarà un ausilio fondamentale per migliorare la precisione negli interventi di urologia, ginecologia e chirurgia toracica
Il futuro della robotica, non solo ortopedica, è arrivato all'ospedale Galliera di Genova con "Da Vinci", il più evoluto sistema robotico per la chirurgia mininvasiva. Le sue caratteristiche tecniche fanno sì che il robot trovi diverse applicazioni, dall'urologia alla ginecologia, dalla chirurgia toracica alla chirurgia generale.
Il chirurgo, fisicamente lontano dal campo operatorio e seduto a una postazione dotata di monitor e comandi, muove i bracci del robot, collegati agli strumenti endoscopici, che vengono introdotti attraverso piccole incisioni. Il campo operatorio è proiettato tridimensionalmente, con immagini ferme e ad altissima risoluzione. Il Da Vinci ha una scala di precisione dei movimenti che permettono di poter eseguire l'intervento chirurgico con estrema precisione e delicatezza.
"La chirurgia robotica - dice Adriano Lagostena, direttore generale del Galliera - nasce con l’intento di ovviare alle limitazioni della chirurgia laparoscopica come la visione piatta bidimensionale, movimenti paradossi degli strumenti, posizioni innaturali del chirurgo, dissociazione fra controllo degli strumenti e visione, impossibilità di effettuare micro suture, mantenendone gli aspetti positivi: ridotte perdite di sangue, minor dolore postoperatorio, precoce ripresa delle funzioni organiche, diminuzione delle infezioni chirurgiche, riduzione della degenza ospedaliera e della successiva convalescenza, precoce recupero lavorativo, che costituiscono il valore aggiunto della chirurgia mininvasiva rispetto alla chirurgia tradizionale".
"La specialità chirurgica sicuramente più coinvolta in Italia - dice Carlo Introini, direttore S.C. Urologia del Galliera - risulta la chirurgia urologica dove grazie alla prostatectomia radicale, l’adozione del robot è stata rapidissima e la robotica si avvia a diventare il gold standard per questa patologia".
"In chirurgia generale - spiega Marco Filauro, direttore Dip.to area di chirurgia addominale - la diffusione della chirurgia robotica è stata più graduale, con una learning curve più lunga per interventi a maggiore complessità come fegato, pancreas, stomaco. Circa il 17% degli interventi con il Da Vinci sono di pertinenza della chirurgia generale soprattutto addominale. L’utilizzo attualmente più diffuso riguarda la chirurgia del colon-retto".
"Nella chirurgia ginecologica - aggiunge Franco Gorlero, direttore S.C. Ginecologia - la chirurgia robotica sta progressivamente occupando gli spazi prima impegnati dalla laparoscopia in particolare per le isterectomie complete, con annessiectomia e linfadenectomia".
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