Genova, Jonathan Safran Foer riceve il Premio Primo Levi 2025: “Essere turbati significa essere vivi”

di Anna Li Vigni

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Lungo applauso per il suo discorso sulla memoria, Primo Levi e l'attualità

Genova, Jonathan Safran Foer riceve il Premio Primo Levi 2025: “Essere turbati significa essere vivi”

La sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale a Genova si è riempita fino all’ultimo posto per accogliere lo scrittore statunitense Jonathan Safran Foer, arrivato per la prima volta a Genova per ricevere il Premio Internazionale Primo Levi 2025, che, come sottolineato dal presidente del Centro culturale Primo Levi, Alberto Rizzerio, rappresenta ogni anno il momento più significativo dell’attività dell’istituzione.

"È particolarmente importante, ha detto Rizzerio, che questo riconoscimento vada a Jonathan Safran Foer, autore capace di collegare il pensiero di Levi alle sfide morali del presente. Nei suoi scritti, esplora il dolore, la resilienza e la ricerca di una riconciliazione. Il suo sguardo si allarga anche agli animali, includendoli in un’idea più ampia di dignità e giustizia, in sintonia con l’umanesimo profondo di Levi".


Accolto con calore, Safran Foer ha aperto il suo discorso con un tono personale e ironico: "Ho quattro figli e tre cani, quindi sono felice che oggi ci siano anche bambini piccoli e cani in sala. Se fanno rumore, non preoccupatevi". Con leggerezza ha introdotto poi una riflessione più profonda: "Da sei mesi vivo a Roma e misuro la civiltà di un paese da come tratta i bambini e i cani. L’Italia è senza pari per gentilezza e attenzione".

Parlando di Primo Levi, ha dichiarato: "Essere associato a lui mi onora ma anche mi turba, ed è giusto così. Levi non scriveva per intrattenere, ma per svegliare le coscienze. La sua scrittura nasce da un turbamento morale, da una tradizione che diffida dell’agio e dell’indifferenza. L’agio genera dimenticanza". Foer ha quindi ampliato la sua riflessione su temi d’attualità come i conflitti a Gaza, Ucraina e Sudan, la morte di Papa Francesco e la crisi della malnutrizione infantile: "Il silenzio non è assenza, è complicità. Levi ci ha insegnato che l’atrocità inizia con l’indifferenza. Il nostro tempo soffre perché non siamo più abbastanza inorriditi".

"Il turbamento è la risposta immunitaria dell’anima. Ogni atto di gentilezza è una cucitura nel tessuto lacerato del creato. Primo Levi ci ha chiesto di fermarci a leggere le vite degli altri, di riconoscere la dignità di ogni essere umano. Non siamo la fine della storia: siamo il capitolo presente. E dobbiamo scegliere di agire".

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