Genova, imbrattato il manifesto choc contro l'aborto: "Il Comune li rimuova"
di Redazione
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L'associazione "Non una di meno": "L’AIFA dovrebbe denunciare questa campagna diffamatoria e terroristica e di attacco ai diritti delle donne"
Come ipotizzabile i cartelloni “pro-vita” affissi a Genova e in Liguria hanno scatenato la polemica. In corso Saffi, nel capoluogo ligure, è stato imbrattato, e le attiviste dell'associazione "Non una di meno", hanno chiesto al Comune l'immediata rimozione: "Ancora una volta i cattofondamentalisti legati all’estrema destra provita attaccano con violenza noi donne e la nostra autodeterminazione. Con un manifesto dove appare una Biancaneve svenuta, servendosi del corpo di una donna, paragonano l’utilizzo della pillola abortiva RU486 al veleno. L'Organizzazione Mondiale della Sanità da anni dichiara che l'aborto farmacologico è sicuro e altamente consigliato. Un metodo che già in altri paesi, come Inghilterra e Francia, avviene in telemedicina e di cui si conoscono molto bene gli effetti collaterali, grazie ad una letteratura scientifica vasta e dettagliata sul tema. Nel corso dell'estate il Ministero della Salute ha emanato nuove linee guida sull'accesso all'aborto farmacologico basate su evidenze scientifiche, che prevedono la somministrazione della RU486 in day hospital fino alla nona settimana di gravidanza."
"La pillola abortiva - continua l'associazione - viene sistematicamente utilizzata nella maggior parte degli ospedali italiani, anche per le interruzioni di gravidanza terapeutiche. L’AIFA dovrebbe denunciare questa campagna diffamatoria e terroristica, invece ci ritroviamo ancora una volta di fronte all'affissione di una campagna di disinformazione medico-scientifica e di attacco ai diritti delle donne vomitevole. Ricordiamo che l’interruzione volontaria della gravidanza è legale in Italia in base alla legge194/78, una legge fortemente voluta dalle donne e confermata da un referendum popolare per mettere fine alle tragiche conseguenze degli aborti clandestini.
Infine la richiesta al Comune di Genova: "Chiediamo quindi al Comune di Genova che venga rimossa immediatamente: la città e lo spazio pubblico non sono la bacheca privata di chi non sopporta il semplice principio per cui chiunque decide del proprio corpo e della propria vita. Il veleno è l'associazione Pro Vita che con le sue campagne di disinformazione pensa di poter dire ciò che vuole su aborto e contraccezione. Il veleno è una percentuale di obiezione di coscienza che mediamente si attesta al 70% nel territorio nazionale, con picchi del 100% in alcuni ospedali. Il veleno è l'impossibilità di accedere liberamente a servizi sanitari adeguati a causa dei continui tagli alla sanità pubblica, a consultori depotenziati e assenti sui territori, e alla contraccezione. NON VI DAREMO TREGUA!"
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