Aborto, in Liguria votata mozione pro vita "per tutelare le donne"

di Fabio Canessa

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Pd contrario: "Strumentalizzazione elettorale", emendamento M5s su autodeterminazione

Aborto, in Liguria votata mozione pro vita "per tutelare le donne"
A maggioranza il consiglio regionale della Liguria a Genova ha approvato una mozione che impegna la Giunta Toti a "attuare la parte a tutela della maternità della legge 194 per salvaguardare la vita". Sono stati 17 i voti favorevoli (centrodestra), 6 i contrari (Pd) e 5 gli astenuti (M5S e Rete a Sinistra-LiberaMente Liguria) alla proposta del capogruppo FdI Matteo Rosso mirata a far sì che "vengano attuate tutte le azioni riportate dalla legge 194/78". Dopo un'accesa discussione, la maggioranza ha poi accolto l'emendamento del M5S che riguardava la salvaguardia del principio dell'autodeterminazione della donna. "Così facendo, la mozione si è aperta almeno in parte al principio che tutela i diritti della donna", è il commento dei consiglieri pentastellati. "La legge 194 è conosciuta e considerata come la legge sull'aborto ma ciò che molto spesso viene disatteso è che la legge è a tutela della maternità e delle donne", ha detto il capogruppo di FdI Matteo Rosso, che ha proposto la mozione pro vita. "La legge va applicata in toto - hanno replicato le opposizioni -, la mozione dimentica il principio di autodeterminazione delle donne e non rafforza la rete dei consultori pubblici". "La legge prevede l'istituzione di consultori familiari per assistere le gestanti attraverso un'informazione completa e corretta sui loro diritti, sulle norme che tutelano il lavoro, attuando e proponendo interventi speciali quando la maternità crei problemi particolari. I consultori dovrebbero aiutare a superare le cause che possono indurre la donna a abortire, in particolar modo se queste hanno natura economica, sociale e familiare", ha detto Matteo Rosso, capogruppo di Fratelli d'Italia. Critiche le opposizioni. Per Alice Salvatore (capogruppo M5s) "la legge 194 non si esaurisce nel testo deficitario della mozione, che tralascia il principio di autodeterminazione della donna e non garantisce la presenza in tutti i presidi ospedalieri del personale medico non obiettore di coscienza" mentre per il capogruppo Pd Giovanni Lunardon "da parte della Giunta Toti non c'è la volontà di applicare la legge 194 in toto. La mozione non richiama il principio di autodeterminazione della donna, vuol fare strumentalizzazione politica, valorizzare consultori senza dare risorse". Per Giovanni Pastorino, capogruppo Rete a Sinistra-LiberaMente "ogni legge è un unicum, non si può spacchettare. L'ultima riorganizzazione dei consultori liguri ha provocato un disastro tagliando risorse e rimanendo passiva contro le carenze di personale. Bisogna aumentare la capacità di risposta dei consultori pubblici portandoli a uno ogni 20 mila abitanti come previsto dalla legge". Approvato un emendamento inizialmente presentato dal Pd poi ripresentato da Liguria Popolare per garantire l'applicazione del principio di autodeterminazione della donna. Respinto un emendamento del M5S per potenziare la rete dei consultori pubblici. "Valorizzare uno degli aspetti della legge 194 in relazione al sostegno della maternità non significa in alcun modo mettere in discussione l'autodeterminazione della donna rispetto all'interruzione volontaria di gravidanza. Si tratta di un aspetto della legge che non ha avuto piena attuazione, è stato un vulnus della nostra società negli ultimi anni". Lo ha detto la vicepresidente e assessore alla Sanità di Regione Liguria Sonia Viale in aula durante la discussione sulla mozione 'pro vita' presentata da FdI e votata dalla maggioranza. Per quanto riguarda la Liguria "il dato relativo all'obiezione di coscienza non pregiudica l'autodeterminazione delle donne: la nostra regione è nei parametri previsti per consentire il rispetto della legge. Inoltre con l'ultimo Piano Socio sanitario è stato valorizzato uno degli aspetti più importanti della legge istitutiva dei consultori ovvero l'accompagnamento al percorso nascita, per garantire nel sistema pubblico l'integrazione tra ospedale e territorio, evitando che le donne siano costrette a rivolgersi a strutture private. Un esempio virtuoso e innovativo di questo percorso è l'ambulatorio per la gravidanza a gestione ostetrica attualmente in funzione presso il Palazzo della Salute di Fiumara, a Genova, ad accesso libero e diretto. In questo modo - ha concluso - la Liguria vuole garantire a tutte donne la possibilità scegliere l'interruzione volontaria di gravidanza come estrema ratio". "Oggi in Liguria, durante il Consiglio regionale, è stata approvata dalla maggioranza una mozione riguardante la legge 194. Tutto il centrodestra ha votato contro il riconoscimento, all'interno del dispositivo, del diritto dell'autodeterminazione della donna, contro il potenziamento dei consultori pubblici e contro la garanzia del servizio pubblico, minato dall'aumento dei ginecologi obiettori di coscienza. Questo è il modo in cui la destra si pone al fianco delle donne". Lo scrive in una nota la deputata Pd Raffaella Paita commentando la mozione 'pro vita' votata dalla maggioranza di centrodestra. "Più che un progresso - scrive Paita -, stiamo assistendo a un ritorno al passato più oscuro. Lo dico come donna e come parlamentare, essendo molto preoccupata anche per quello che sta accadendo sul piano nazionale con il ddl Pillon. Sulle tematiche dei diritti non si scherza e soprattutto non si fa becera campagna elettorale. Daremo battaglia, come donne, come democratici, come difensori dei diritti".