Genova, il reparto di Malattie Infettive dell'Ospedale San Martino è Covid free

di Andrea Carozzi

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Bassetti: "Siamo arrivati a 11 giorni senza decessi per Covid-19 in Liguria dopo 132 giorni di lotta contro il Coronavirus"

Genova, il reparto di Malattie Infettive dell'Ospedale San Martino è Covid free

Genova- Il reparto di Malattie Infettive dell'Ospedale San Martino è Covid free. Dopo la lunga battaglia portata avanti contro il Coronavirus durante i lunghi mesi della pandemia che ha colpito duramente anche Genova e la Liguria, il reparto simbolo della lotta contro il Covid-19 è oggi libero dal patogeno che ha messo alle corde l'intero sistema sanitario nazionale.

Una buona notizia, che conferma il trend positivo degli ultimi giorni, che vede zero decessi per Covid-19 dallo scorso 8 luglio e che nella giornata di martedì 7 luglio ha registrato lo svuotamento totale dei reparti di terapia intensiva presenti in Liguria.

L'infettivologo Matteo Bassetti, ha salutato il dato incoraggiante con un lungo post su facebook di cui riportiamo un estratto:

“Siamo arrivati ad 11 giorni senza decessi per Covid-19 in Liguria e abbiamo appena dimesso l’ultimo paziente dal reparto di Malattie Infettive. Un bel traguardo! E' successo dopo 132 giorni consecutivi di attività emergenziale dedicata al Covid-19. Vorrei condividere con voi alcuni numeri della struttura da me diretta all'Ospedale Policlinico San Martino di Genova:

Il 1° paziente Covid-19 è stato ricoverato il 24 febbraio, mentre l’ultimo paziente positivo è stato dimesso stamani, 9 luglio 2020.
Della struttura di Patologia Complesse sono stati dedicati al Covid-19, il piano -1 e -2 di Malattie Infettive e successivamente anche il piano +1 della struttura, oltre 3500 metri quadri e 51 posti letto. Il team è stato composto da 31 medici, 72 infermieri e 8 OSS.

Alcune notizie dei pazienti ricoverati:

- Il paziente più giovane ricoverato aveva 27 anni, il più vecchio 90 anni.

- La degenza più lunga è stata di 78 giorni.

- In totale sono stati ricoverati 315 pazienti, di cui 220 uomini e 95 donne

- Il paziente più distante proveniva dal Cile.

Il Covid-19 ci ha insegnato quanto sia importante la multidisciplinarietà e l’unione delle forze. Questi quattro mesi di convivenza con i nostri pazienti hanno rinsaldato vecchi rapporti e ne hanno costruiti di nuovi. Oggi possiamo dire di essere una grande famiglia e di aver fatto del nostro meglio. Di più non potevamo fare.