Genova, grande successo per la prima dello spettacolo "Gli innamorati" a Teatro Nazionale: una storia d’amore tra incomprensioni, gelosie e capricci

di Carlotta Nicoletti

Dal 23 gennaio al 4 febbraio alla Sala Mercato

Una storia d’amore tra incomprensioni, gelosie, capricci e il miraggio dell’indipendenza economica. Dal 23 gennaio al 4 febbraio alla Sala Mercato il regista Luca Cicolella porta in scena Gli innamorati di Carlo Goldoni, mettendo in evidenza come questa commedia scritta nel 1759 sia un efficace specchio dei nostri tempi. Interpretata da un cast affiatato e brillante, composto in gran parte da attori formatisi alla Scuola di Recitazione “Mariangela Melato”, questa nuova produzione - dopo Madre Courage e i suoi figli firmata da Elena Gigliotti, Turandot di Gozzi con la regia di Andrea Collavino e Via della Maddalena diretto da Aleph Viola - conferma la volontà del Teatro Nazionale di Genova e del direttore Davide Livermore di investire sui giovani artisti, anche invitandoli a confrontarsi con i grandi classici.

Eugenia (interpretata da Giordana Faggiano, applaudita e premiata nella passata stagione per il ruolo della figliastra nell’allestimento di Valerio Binasco dei Sei personaggi in cerca d’autore) e Fulgenzio (interpretato dallo stesso Luca Cicolella) sono due giovani innamorati. Lei vive con la sorella a casa di uno zio, che ha sperperato l’eredità che il padre aveva lasciato alle due ragazze; lui si appoggia al fratello che è fuori per lavoro, prestandosi a fare da accompagnatore alla cognata.

Insicuri l’uno dell’altra, impossibilitati a liberarsi dai condizionamenti delle proprie famiglie, da cui dipendono economicamente, incapaci di esprimere realmente i propri sentimenti, si esasperano a vicenda tra una scenata di gelosia e l’altra, sino a che la sequenza di litigi e riappacificazioni viene interrotta dall’avventato gesto della ragazza, che per ripicca accetta la proposta di matrimonio di un ricco conte, conosciuto dallo zio.

«Gli innamorati parla di due ragazzi che dicono di amarsi ma cercano di ferirsi, per egocentrismo, gelosia o rabbia. Nel corso della storia impareranno come l’amore non sia sempre facile e richieda di mettere in un angolo le parti più oscure della propria anima» commenta il regista Luca Cicolella, che pur restando fedele al testo ambienta lo spettacolo in una dimensione contemporanea e scanzonata. «In una società in cui i rapporti sociali, specialmente tra i più giovani, si appiattiscono superficialmente anche a causa della mancanza di abitudine alla comunicazione diretta, viva, vera, le parole di Carlo Goldoni risuonano e ritornano di prepotente attualità, offrendoci l’occasione di realizzare uno spettacolo da proporre anche e soprattutto ad un pubblico giovane e curioso».