Genova, pedopornografia e filonazismo in chat: tre arrestati, progettavano attentati

di Redazione

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Le indagini, coordinate dalla Dda del capoluogo ligure, hanno portato alla scoperta di un gruppo Telegram: incitamento all'odio, apologia di gravi crimini e scambio di foto di minori

Genova, pedopornografia e filonazismo in chat: tre arrestati, progettavano attentati

La Polizia di Stato, coordinata dalla Dda di Genova, sta eseguendo tre misure cautelari (due in carcere e una ai domiciliari) nei confronti di altrettanti giovani accusati di far parte di un gruppo Telegram avente tra i propri scopi l'incitamento alla discriminazione e alla violenza per motivi razziali, etnici e religiosi nonché di apologia di gravi crimini anche di tipo terroristico (come omicidi e stragi) oltre che di diffusione di materiale pedopornografico. Le indagini sono state condotte dalla Digos di Genova e dal Servizio per il contrasto all'estremismo e terrorismo interno della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione della Polizia di Stato, unitamente a personale del Centro operativo per la Sicurezza cibernetica Liguria e del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni.

Gli investigatori della Digos, coordinati dal pm Federico Manotti, e dalla collega Gabriella Dotto del gruppo specializzato soggetti deboli della Procura, stanno eseguendo perquisizioni nei confronti di alcuni minorenni a Torino, Lanciano e Sanremo in esecuzione di decreti emessi dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Genova.

AGGIORNAMENTO ORE 11.15

Ingente scambio di materiale suprematista di tipo xenofobo, misogino, omofobo, antisemita e filonazista, condivisione di materiale pedopornografico tra gli utenti di una chat Telegram denominata Blocco Est Europa e alla esaltazione di stragi. Questo avrebbero compiuto i tre ragazzi arrestati che avevano simpatia per Hitler. Alcuni giovani avevano inaugurato una "campagna di addestramento" al tiro con armi ad aria compressa utilizzando come bersaglio effigi di cariche dello Stato in zone abbandonate di Genova "nell'ottica di un progetto stragista di enormi dimensioni alle Istituzioni". Questo secondo il gip che ha emesso l'ordinanza.

I tre avrebbero compiuto apologia, attraverso il web, di gravi delitti (omicidi e stragi) anche di tipo terroristico, avrebbero istigato alla violenza sessuale su minori e avrebbero diffuso, sempre tramite i canali social, materiale pedopornografico. Nelle chat venivano esaltati gli school shooters, gli autori di massacri di massa nelle scuole elementari e medie. Le indagini sono partite da una segnalazione arrivata al Commissariato di polizia online e sono state sviluppate dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica Liguria e dalla Digos di Genova. In particolare, i ragazzi, di età compresa tra i 14 e i 21 anni, scambiavano sulla piattaforma multimediale file video e immagini pedopornografiche, di coprofagia, necrofilia, di decapitazioni, torture ed esecuzioni provenienti dagli ambienti jihadisti, mutilazioni e automutilazioni, violenze xenofobe, razziste e omofobe accompagnate da commenti di approvazione ed esaltazione e intrisi della retorica tipica della ideologia suprematista. Nelle loro conversazioni, basate sull'odio antisemita e nei confronti delle persone di colore, mostravano simpatie per Hitler e il nazismo oltre a atteggiamenti misogini tramite la condivisione di video di donne, la maggior parte minorenni, che si suicidano, che vengono violentate o uccise.

AGGIORNAMENTO ORE 15

Due degli arrestati nell'ambito dell'inchiesta di Genova guardano i video delle stragi nelle scuole americane per incitarsi: "Quando vedo questi video mi viene voglia di andare a farne uno", si legge nelle intercettazioni allegate all'ordinanza del gip. "Ti capisco, sono fieri", la replica dell'altro intercettato riferendosi alla strage di 6 ragazzi e due impiegati avvenuta nel 2019 in Brasile per mano di Guilherme Talci Monteiro di 17 anni e di Luiz Herique Castro di 25. Tra i bersagli contro cui gli arrestati si esercitavano, c'era anche l'allora primo ministro Mario Draghi. I due si esercitavano con mitragliette di softair in edifici abbandonati sulle alture di Borgoratti, Quezzi e a Rivarolo in un capannone abbandonato delle Ferrovie. Gli investigatori, coordinati dalla Dda genovese, hanno sequestrato fucili e pistole ad aria compressa e anche una pistola vera calibro 22 tenuta legalmente. Le armi verranno sottoposte a perizia per verificare che non siano state modificate per renderle pericolose o letali. Nei loro piani dicevano di volere compiere un attentato a Montecitorio corrompendo un parlamentare. Per cimentarsi guardavano video di stragi nelle scuole americane e non solo.