Genova, entra in funzione il primo dei 112 nuovi filobus elettrici dei 4 Assi di Forza
di Riccardo Olivieri
Il facente funzioni Piciocchi risponde alla polemica sui tagli delle linee collinari: "Si sta mandando in giro un messaggio sbagliato, l'obiettivo è aumentare le frequenze"

Tra Piazza Vittorio Veneto a Sampierdarena e Via Rimassa si potrà viaggiare a bordo del primo dei 112 nuovi filobus elettrici di Solaris, messo in funzione da Amt sulla linea 20. L’acquisto rientra nel progetto dei 4 assi di forza, finanziato con fondi Pnrr a scadenza giugno 2026: al momento i filobus consegnati e messi a disposizione della partecipata sono 39, pronti a partire dalla rimessa di Campi.
Il Filobus - A bordo ci sono 36 posti a sedere che salgono a 133 di capienza complessiva, poi 40 prese usb (sia quella classica che USB-C) e una macchinetta per obliterare i biglietti ma anche acquistarli in via digitale. Massima l’attenzione alla sicurezza: sono state installate sei telecamere, a cui se ne aggiungono quattro per verificare la capienza dei passeggeri; inoltre la cabina del conducente è completamente isolata. Questo mezzo è a mobilità mista, ovvero si muove sia con le aste sia con le batterie. Nei prossimi mesi arriveranno altri 27 Flash Charging, dedicati all'asse della Val Bisagno.
Tempi dei 4 assi - In questo momento si sta procedendo con i lavori nell'asse levante e quello della Val Bisagno; a luglio si partirà col centro. "Non è una cantierizzazione semplice, abbiamo trovato una situazione complicata legata ai sotto servizi" ha spiegato Piciocchi. Per quanto riguarda l'elettrificazione della flotta, che stando alle dichiarazioni della giunta dovrà essere completata entro la fine del 2025, il sindaco facente funzioni rivendica come "siamo al 36% dei mezzi elettrici (tra quelli circolanti, ndr), a livello nazionale è una tra le più evolute. Vogliamo arrivare al 100% di sostituzione dei mezzi, abbiamo anche vissuto una stagione non semplice a livello di forniture e materiali per le contingenze mondiali. Sono fiero del lavoro fatto". Sulla stessa linea la presidente di Amt Ilaria Gavuglio: "Stiamo lavorando per stare nei tempi - ha spiegato -. Siamo la seconda o terza azienda in Italia per numero di mezzi elettrici, ne abbiamo oltre 170".
Percorsi ridotti - Il progetto dei 4 assi secondo il sindaco facente funzioni Pietro Piciocchi “sta andando molto bene ma in alcuni casi vengono dette cose non vere: qualcuno sta dicendo che si tagliano le linee collinari quando l'obiettivo dei 4 assi è il contrario, aumentare le frequenze delle linee collinari ed avere un trasporto su corsia protetta nelle zone a principale scorrimento per migliorare l'efficenza del trasporto. È sbagliato il messaggio che si sta mandando in giro. Oggi per andare da Quezzi a Brignole ci vogliono 35 minuti, con i 4 assi ci vorrà un quarto d'ora". La polemica più che al taglio delle linee era volta all'accorciamento di alcuni percorsi, che mettono in difficoltà soprattutto gli abitanti di Quezzi e Marassi, scesi in piazza il 22 marzo per protestare contro l'aggiunta di una nuova fermata di interscambio che avrebbe come conseguenza l'eliminazione di tutti i percorsi diretti verso il centro e gli ospedali. A chiarire la situazione era già intervenuto l'assessore alla Mobilità Sergio Gambino: "L’interscambio delle linee collinari in piazza Galileo Ferraris con l’asse Centro, sia in direzione monte, sia in direzione centro, costituirà un ulteriore fattore di ottimizzazione degli spostamenti degli utenti, con più elevati standard di comfort, rispetto agli attuali - aveva dichiarato -. L’interscambio consentirà, infatti, un accorciamento del tragitto delle linee collinari di quartiere, con un conseguente duplice effetto positivo: non solo il rispetto dei tempi di percorrenza previsti, ma anche la possibilità di migliorare le frequenze sulle linee interessate. Inoltre, gli utenti delle linee collinari con un solo interscambi potranno raggiungere con l’asse ben più destinazioni, rispetto a Brignole, e potranno interscambiare agevolmente con la metropolitana alla stazione di De Ferrari, grazie al concetto dell’interscambio banchina-banchina".
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