Genova, detenuto tenta il suicidio a Marassi: salvato in extremis dagli agenti penitenziari

di E.L.M

1 min, 33 sec

Ancora alta tensione nella struttura carceraria, il SAPPE chiede un encomio per i poliziotti intervenuti

Genova, detenuto tenta il suicidio a Marassi: salvato in extremis dagli agenti penitenziari

Un detenuto di 29 anni, ristretto nel Centro Clinico del carcere di Marassi a Genova, ha tentato di togliersi la vita impiccandosi alle sbarre della finestra. Solo il rapido intervento degli agenti di polizia penitenziaria ha impedito la tragedia, riaccendendo i riflettori sulle difficoltà operative all’interno dell’istituto.

Allarme crescente – L’episodio, avvenuto nelle scorse ore, si inserisce in un contesto di tensione costante nella casa circondariale genovese, più volte segnalata per il ripetersi di eventi critici. Il detenuto, di nazionalità tunisina e in carcere per furto aggravato, era affidato alle cure del Reparto IV, destinato a soggetti con fragilità sanitarie o psicologiche. Il tentato suicidio è stato sventato grazie alla prontezza e alla preparazione del personale in servizio nella sezione.

Sindacati – A denunciare la gravità della situazione è il Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria, che da tempo solleva preoccupazioni sulla tenuta del sistema. “Solo grazie alla professionalità dei poliziotti si è evitata una disgrazia”, ha dichiarato un esponente regionale, sottolineando come questi eventi siano sintomo di un sistema in affanno, incapace di gestire adeguatamente situazioni ad alto rischio.

Riconoscimenti – Il SAPPE ha richiesto un encomio ministeriale per gli agenti coinvolti, elogiandone il coraggio e l’efficienza. “Plauso al personale di Marassi, che ogni giorno opera con abnegazione e umanità nonostante turni massacranti e una cronica carenza d’organico”, ha affermato Donato Capece, segretario generale del sindacato, auspicando interventi strutturali per migliorare le condizioni lavorative degli operatori.

Sistema in crisi – Secondo le sigle sindacali, episodi come questo mettono in luce una crisi profonda del sistema penitenziario, che “non riesce a prendere provvedimenti risolutivi”. La frequenza degli eventi critici è motivo di forte preoccupazione tra gli agenti, costretti a gestire situazioni complesse in un ambiente definito “ingolfato” e scarsamente reattivo.

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