Genova: corruzione e dossier sulla Salis, perquisizioni al Matitone, indagati l'ex assessore Gambino e Giurato, comandante della polizia locale

di R.C.

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Le ipotesi di reato: corruzione e rivelazione di segreto. Nel mirino anche il verbale secretato sull'investimento di una donna da parte dell'allora candidata

Genova: corruzione e dossier sulla Salis, perquisizioni al Matitone, indagati l'ex assessore Gambino e Giurato, comandante della polizia locale

Comune di Genova nel mirino della magistratura. Nella mattinata di oggi gli agenti della squadra mobile, su incarico della Procura, si sono presentati al Matitone, il grattacielo di San Benigno che ospita numerosi uffici dell’amministrazione comunale. L’operazione si inserisce in un’inchiesta articolata che coinvolge più persone e ipotizza reati differenti.

In particolare, le perquisizioni si sono concentrate sui piani 21 e 23 dell’edificio, dove si trovano gli uffici del comandante della polizia municipale Gianluca Giurato e dell’ex assessore alla Sicurezza e alla Protezione Civile, Sergio Gambino. Entrambi risultano attualmente indagati: Giurato per presunta rivelazione di segreto d’ufficio, mentre Gambino – oggi consigliere comunale tra le fila di Fratelli d’Italia – è indagato per corruzione.

Nella ricostruzione dei pubblici ministeri Arianna Ciavattini, Federico Manotti e Luca Monteverde, in particolare l'ex assessore è al centro di accertamenti sui rapporti con una ditta locale che sarebbe stata agevolata in cambio di sostegno ad attività imprenditoriali legate alla moglie.

Per quanto riguarda Giurato, sotto la lente degli inquirenti c'è l'incidente stradale di un anno fa in cui era risultata coinvolta Silvia Salis, rispolverato sui media alla vigilia delle elezioni. Secondo i pm, dietro quella vicende ci sarebbe stato un tentativo di danneggiare elettoralmente la futura sindaca, orchestrato proprio da Sergio Gambino, mentre a far trapelare il contenuto del verbale, che era coperto da segreto, sarebbe stato invece Giurato.

Le indagini si articolano su due distinti filoni: da una parte si ipotizzano condotte corruttive e la diffusione indebita di informazioni riservate; dall’altra si indaga su presunte falsificazioni di natura ideologica. Secondo fonti investigative, l’attività odierna della polizia giudiziaria sarebbe mirata alla raccolta di documentazione utile per chiarire il quadro delle responsabilità.

Non si esclude che vi siano altri soggetti coinvolti: il numero degli indagati, infatti, potrebbe salire nei prossimi giorni, man mano che l’inchiesta prosegue.

Il comunicato del Procuratore Nicola Piacente - In mattinata lo stesso Procuratore di Genova Nicola Piacente ha emanato una nota per chiarire il quadro investigativo.

Ritenuto che sia di interesse pubblico la divulgazione di informazioni riguardanti attività di accertamento su:

  1. presunte violazioni di legge nell’attività di prevenzione e repressione dei reati;

  2. presunti episodi di corruzione e violazione del segreto, ritenuti essere stati perpetrati nell’ambito dell’espletamento di cariche e mansioni pubbliche;

fatta salva la presunzione di innocenza – in base agli articoli 27 della Costituzione, 6 della Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo, 47 e 48 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea – delle persone sottoposte ad indagini preliminari, nonché la possibilità per le medesime, così come per le aziende coinvolte, di far valere, in ogni fase del procedimento, la propria estraneità ai reati per cui si procede,

si comunica che ufficiali ed agenti della Polizia di Stato sono impegnati, in data odierna, nell’esecuzione di decreti di perquisizione emessi dalla Procura della Repubblica nell’ambito di due distinti procedimenti, tuttora nella fase delle indagini preliminari.

Primo procedimento
Il primo procedimento riguarda i reati di falsità ideologica in verbali e atti destinati all’Autorità Giudiziaria e di lesioni aggravate (suscettibili comunque di ulteriori accertamenti), che si ritengono commessi in occasione dell’accompagnamento presso gli uffici della Polizia Locale di persone controllate o arrestate.

Rientrano inoltre nel medesimo procedimento ipotesi di peculato relative a somme di denaro e a un modesto quantitativo di droga leggera, che allo stato si ritengono sottratti durante perquisizioni e controlli. Le contestazioni sono rivolte ad alcuni operatori della Polizia Locale di Genova, appartenenti al Reparto Sicurezza Urbana.

Secondo procedimento
Il secondo procedimento riguarda:

a) episodi di asservimento delle proprie funzioni, suscettibili di ulteriori accertamenti, da parte dell’ex Assessore alla Sicurezza, Polizia Locale, Protezione Civile, Mobilità e Trasporti del Comune di Genova, in favore di quattro imprenditori. Tali condotte si riferiscono alla trattazione di pratiche amministrative nei settori dei pubblici spettacoli, viabilità, trasporto pubblico e nell’affidamento di contratti pubblici relativi all’assistenza residenziale e all’accoglienza di persone socialmente vulnerabili – in particolare migranti e minori stranieri non accompagnati – a fronte della corresponsione (o promessa) di denaro, utilità varie e sostegno elettorale;

b) presunte indebite rivelazioni di segreti d’ufficio attribuite all’ex Assessore e al Comandante della Polizia Municipale, relative alla diffusione – in prossimità delle elezioni comunali – di notizie inerenti un procedimento penale riguardante un sinistro stradale che ha visto coinvolta una candidata alla carica di sindaco.

Le operazioni, ancora in corso, comprendono – per quanto riguarda il secondo procedimento – l’acquisizione di documentazione presso gli uffici del Comune di Genova, dell’Azienda Sanitaria ligure, dell’Azienda Municipalizzata Trasporti e della Prefettura.

Tali attività sono state delegate agli investigatori della Polizia di Stato e ai militari della sezione di Polizia Giudiziaria di questa Procura – aliquota Guardia di Finanza – per gli ambiti di rispettiva competenza.

Si precisa che le perquisizioni delegate alla Polizia Giudiziaria rappresentano strumenti di ricerca della prova e non possono in alcun modo essere equiparate né all’esercizio dell’azione penale, né tantomeno a una sentenza di affermazione di responsabilità.

(in aggiornamento)

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