Genova, Comune introduce il salario minimo: almeno 9 euro l’ora per tutti i lavoratori negli appalti pubblici
di R.P.
Salis: "È una promessa fatta in campagna elettorale che oggi manteniamo: basta lavoro povero finanziato con soldi pubblici"
La giunta comunale di Genoa, guidata dalla sindaca Silvia Salis ha approvato le nuove linee d’indirizzo per garantire una retribuzione minima salariale nei contratti pubblici. A partire da ora, in tutti gli appalti e subappalti del Comune – che si tratti di lavori, servizi o forniture, a prescindere dal loro valore economico – sarà introdotto l’obbligo di garantire un compenso minimo di 9 euro lordi all’ora a tutte le lavoratrici e i lavoratori coinvolti. Il provvedimento, proposto dall’assessore al Lavoro e ai Rapporti sindacali Emilio Robotti, punta a contrastare in modo concreto il fenomeno del lavoro povero, assicurando condizioni economiche dignitose per chi opera nei servizi affidati dalla pubblica amministrazione.
"Questa delibera ha un valore simbolico fortissimo – ha dichiarato la sindaca Salis durante la conferenza stampa dopo giunta a Palazzo Tursi – È una promessa fatta in campagna elettorale che oggi manteniamo: basta lavoro povero finanziato con soldi pubblici. Genova deve essere un esempio: il lavoro non è una voce di bilancio da tagliare, è ciò che dà dignità alla nostra città. E oggi cominciamo a dirlo con atti, non parole".
Le nuove regole prevedono che nei bandi di gara, soprattutto quelli assegnati in base al miglior rapporto qualità-prezzo, venga considerato tra i criteri premianti anche l’impegno dell’appaltatore a garantire ai propri dipendenti una retribuzione non inferiore a quella soglia minima. Inoltre, sarà obbligatoria l’applicazione del contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) stipulato dalle organizzazioni sindacali e datoriali più rappresentative, e sarà verificata l’equivalenza normativa ed economica nel caso si utilizzi un contratto diverso da quello indicato dalla stazione appaltante.
L’assessore Robotti ha sottolineato come Genova sia tra le prime grandi città italiane a dotarsi di uno strumento operativo che punta a rendere effettivo il principio dell’articolo 36 della Costituzione, che garantisce a ogni lavoratore una retribuzione sufficiente ad assicurare un’esistenza libera e dignitosa.
"Le linee guida approvate – ha spiegato Robotti – non sono solo un vincolo per il Comune, ma anche un’occasione per favorire pratiche virtuose nel settore privato. La lotta al lavoro povero passerà anche attraverso tavoli tematici e protocolli condivisi con le parti sociali, in particolare nei settori più esposti al ribasso del costo del lavoro come i servizi e l’edilizia".
Il Comune ha inoltre previsto l’istituzione di tavoli tematici permanenti con sindacati e rappresentanze datoriali per monitorare il rispetto dei contratti collettivi e garantire condizioni eque anche in caso di cambio appalto, con particolare attenzione alla tutela dell’occupazione e alla sicurezza sul lavoro.
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