Genova, Carlo Felice: duemila ragazzi ad ascoltare Salvatore Borsellino

di Redazione

Il fratello del magistrato ricorda il messaggio che lasciò ai giovani nel giorno in cui venne ucciso. Il racconto di Antonino Gullo, l'unico della scorta a salvarsi in via D'Amelio

Teatro Carlo Felice gremito di giovani studenti della città metropolitana di Genova questa mattina per l'evento organizzato dal movimento "Agende Rosse, gruppo "Falcone Borsellino" nel ricordo delle vittime della mafia.

Ospite d'onore Salvatore Borsellino, fratello del magistrato ucciso. "Gli anni passano, e di solito ormai partecipo agli eventi collegandomi on line - spiega a Telenord - ma questa volta ho voluto essere presente vista la presenza di così tanti giovani. A loro porto il messaggio che proprio Paolo lanciò loro proprio il giorno che morì, il giorno che sapeva di morire. "Quando questi giovani sarano adulti - disse - avranno più forza di noi per combattere".

Salvatore Borsellino però avverte. "Mantenere viva la memoria è importante, ma il ricordo non basterebbe da solo. L'importante è continuare a lottare per la verità e per la giustizia. Una giustizia che per ora non c'è ancora, a tanti anni di distanza. Anzi, purtroppo assistiamo anche a depistaggi".

Presente alla mattinata del Carlo Felice anche Antonino Gullo, l'unico componente della scorta di Borsellino che sopravvisse quel giorno.
“È un ricordo che purtroppo è rimasto vivo e attaccato alla pelle e non si potrà mai cancellare. Sono 30 anni di tanta sofferenza per quello che si poteva fare e si doveva fare in quel periodo, perché tutti sapevano che dopo Giovanni Falcone sarebbe toccato a Paolo Borsellino. Eppure lo Stato in quel periodo non ha fatto nulla per proteggere al massimo
questo suo uomo di grande pregio e grande umanità e di grande generosità”.
“Noi s- riprende Gullo - siamo stati al fianco del giudice consapevoli che rischiavamo tantissimo. Sin da subito abbiamo visto il piano della sua protezione non era il massimo dell’efficienza. Non si è capito se è stato una volontà o una negligenza da parte di chi doveva invece assolutamente cercare di proteggere questa persona”.
“Tanto ragazzi non conoscono la verità di quello che è successo il 19 luglio, è importante che sappiano da chi ha vissuto quella giornata. Ed è importante perché poi dovranno scegliere da che parte stare conoscendo la storia avranno modo di valutare bene”.
Gullo ricorda l'atmosfera che si respirava nei giorni precedenti la strage di via D'Amelio.
“Era un clima abbastanza teso. Tutti sapevamo che dopo Falcone sarebbe toccato a Borsellino. Vedendo sin da subito che la protezione non era il massimo dell’efficienza eravamo consapevoli che si rischiava ogni giorno, ogni ora a stare con quella personalità. Comunque abbiamo continuato a farlo con molta dedizione e con molto cuore perché era un uomo che meritava tantissimo”.