Genova capitale del nuovo gruppo leader della cantieristica
di Paolo Lingua
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Il Punto di Paolo Lingua
Sarà Genova la sede della direzione del nuovo gruppo armatoriale sovranazionale “Fincantieri – Naval Group”. L’accordo che è parte fondamentale dell’accordo strategico in via di realizzazione definitiva tra la maggior azienda armatoriale pubblica italiana e la Stk France è stato firmato oggi alla Spezia a bordo della fregata Martinengo.
La trattativa di carattere generale, ormai in via di realizzazione, si trascina da più di un anno. Gli ostacoli maggiori, sinora, sono venuto dal governo francese che è poco incline alle vendite fuori del territorio nazionale (vecchio orgoglio tipico dei cugini di oltralpe): solo pochi giorni fa abbiamo assistito allo stop governativo di Parigi sulla fusione tra la FCA e la Renault. Il veto sarebbe venuto, con disappunto delle due aziende, addirittura dallo stesso Macron.
Ma, al di là delle diatribe politiche e delle vanità nazionalistiche, è importante che Genova sia inserita, con prospettive strategiche di crescita, in un progetto che potrebbe vedere la nuova società di cui la Fincantieri è di supporto determinante in un ruolo di leadership mondiale per la costruzione di unità passeggeri e militari.
Il nuovo gruppo fa leva sul potenziale di altissima tecnologia che è capace di esprimere e che può imporsi sui mercati mondiali. E’ indubbiamente un ulteriore successo per il supermanager della Fincantieri, l’intramontabile Giuseppe Bono che da anni persegue tenacemente la fusione con i francesi. E’ indubbio che il ruolo della Finmeccanica avrà in Liguria un peso e una rilevanza sempre maggiori.
I cantieri esistenti – Sestri Ponente, Riva Trigoso, La Spezia – sono destinanti a potenziarsi e ad allargare i loro spazi. Ma è indubbio che la nuova realtà porterà investimenti, assunzioni e connessioni d’affari con una filiera favorevole. Sappiamo già di molte navi passeggeri che dovranno essere realizzate proprio nei cantieri genovesi. E questo dovrebbe accelerare i tempi del processo del “ribaltamento a mare” nel quale ha dichiarato di credere anche l’Autorità Portuale di Genova tanto è vero che vanno decollando i progetti concreti.
Anche se gli ultimi dati sull’occupazione in Liguria non sono brillanti e anche se non mancano situazioni critiche o comunque difficili. Basta pensare ai problemi (indiretti) dell’Ilva, al caso della Piaggio e alla Bombardier. Al tempo stesso è molto interessante, quando ne vedremo gli sviluppo, del ruolo sempre maggiore che sta assumendo la Msc nel porto di Genova e delle strategie di potenziamento della Costa Crociere.
E’ indubbio che Genova sta risentendo, per alcuni aspetti, della “ferita” legata al crollo del ponte Morandi, ma appare indubbio che se la struttura sarà ricostruita e funzionante entro un anno tutte le prospettive di ricostruzione e di crescita, nonché gli investimenti annunciati, creeranno in questo caso una connessione imprenditoriale e una filiera di crescita determinanti sul piano strategico.
Se poi, nella prima metà degli anni Venti, avremo compiuti il Terzo Valico e lo spostamento della diga foranea, sarà possibili realizzare concretamente e senza sogni o lanci di slogan elettorali un profilo tutto di segno positivo della città e del suo territorio. Occorrerà avare però una visione aperta del mercato internazionale, superando ogni schematismo.
Oggi l’economia presenta cambiamenti rapidi e vorticosi, a volte inattesi. Occorre saperli capire ed gestire, senza veti incrociati o visioni campanilistiche, come qualche volta è accaduto in passato. Genova e la Liguria nello shipping e nei trasporti non hanno solo un ruolo locale ma anche nazionale e internazionale. Per il porto passa il mondo, come del resto è sempre stato sin dal Medio Evo.
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