Genova, allarme affitti: "In città sono migliaia gli appartamenti liberi"
di Redazione
Sono aumentati gli appartamenti destinati ai turisti per brevi soggiorni

A Genova gli inquilini che affittano case lanciano un allarme importante. In questo ultimo periodo sono aumentati gli appartamenti destinati ai turisti per brevi soggiorni. In questo modo chi è in cerca di immobili per locazioni classiche si ritrovano senza nulla. Inoltre è stato rilevato un aumento del costo degli affitti, almeno del 4,5 per cento.
Bruno Manganaro, segretario generale Sunia, il sindacato unitario nazionale degli inquilini e degli assegnatar attacca duramente: «In città ci sono 3.500 appartamenti sfitti, una parte di questi si sposta verso meccanismi con maggiori profitti e minori controlli e tassazione. Genova dovrebbe accogliere attività produttive, lavoratori e lavoratrici ma con case in affitto sempre più difficili da trovare».
Quello che sta succedendo, sottolinea Manganaro, è che «da un lato gli affitti brevi sono notevolmente aumentati perché producono in tre, quattro mesi i profitti che si ricevono in un anno di regolare contratto a canone concordato; dall’altro, aumenta la richiesta di case in affitto, da parte di famiglie e lavoratori, perché comprare casa è sempre più difficile per la perdita di potere d’acquisto dei salari, per un aumento del precariato nel lavoro per le nuove generazioni e per mutui sempre più salati. Serve un tavolo serio di confronto su come agevolare i contratti concordati per famiglie e single che vogliono vivere e lavorare a Genova. E sono necessarie garanzie e incentivi per chi vuole affittare, così come regole per gli affitti brevi». Sunia che contesta anche quanto detto nei giorni scorsi da Confedilizia, ovvero che il ddl Santanché è un attacco alla proprietà privata: «Non scherziamo, il ddl Santanché è un decreto all’acqua di rose».
Il Sunia (Sindacato Unitario Nazionale Inquilini e Assegnatori) e il Sicet (il sindacato inquilini casa e territorio) con il presidente regionale Stefano Salvetti sono disposti a mettersi al tavolo e discutere della situazione per trovare una soluzione: «Duemila case a uso turistico nel centro storico di Genova di fatto fanno aumentare i prezzi di chi cerca casa, oltre ad avere ricadute sui negozi di vicinato. Servono gli Stati generali della casa a Genova: se vogliamo che questa città cresca demograficamente la soluzione può essere solo nel lavoro e nelle case». Il rischio, secondo i sindacati, è quello di una gentifricazione del centro e, in particolare, del centro storico.
Sulla questione degli affitti brevi era intervenuta anche la ministra del Turismo Daniela Santanché, ha consegnato il testo rivisto della proposta di normativa ai soggetti interessati, nel tentativo di trovare soluzioni condivise. Le regole per gli affitti brevi a scopo turistico devono cambiare secondo lei, per poter contrastare la tendenza alla desertificazione dei centri storici delle città d'arte.
La normativa prevede un giro di vite sugli affitti brevi, assegnando un codice identificativo Nazionale (CIN) agli appartamenti e inasprendo le sanzioni per chi viola le nuove norme, con multe che arrivano fino a 8mila euro (sino a 5mila euro per chi affitta un appartamento per una durata inferiore ai 2 giorni). Tutto questo serve a frenare il turismo mordi e fuggi, infatti, viene anche fissata una soglia di "minimum stay" pari a 2 notti. In questo modo si può restituire agli alberghi il proprio giro d'affari e a chi cerca casa a lungo termine, la possibilità di trovare un appartamento.
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