Genova, al funerale di padre Mauro chiesa gremita e il saluto di Angela dei Ricchi e Poveri

di m. mich.

Commozione al San Martino per l'ultimo saluto allo storico cappellano tifoso del Genoa

GENOVA– I saluti ed “un grande bacio” di Angela Brambati dei “Ricchi e poveri” inviati attraverso un’amica comune, perché padre Mauro Brezzo, cappellano del San Martino, adorava la canzone del gruppo genovese “Mamma Maria”. Il commiato, commosso, e ricco di aneddoti del gotha del principale ospedale genovese, con il direttore sanitario Giovanni Orengo, il presidente dell’Ordine dei medici di Genova Alessandro Bonsignore, i dirigenti Paolo Moscatelli, il direttore generale Marco Damonte Prioli, la ex dirigente Roberta Serena (ora al Gaslini).

E poi, immersi nella folla, Franco Henriquet padre della Fondazione “Gigi Ghirotti” e Umberto Valente, fondatore del centro trapianti di Genova. E ancora: i politici Mario Tullo e Gianni Plinio. E molti altri. Ma, soprattutto, tantissime persone comuni. La cappella del nosocomio genovese era gremita, stamani, per l’addio al frate cappuccino che per 47 anni è stato al servizio dei malati e dei fragili, ma anche del personale sanitario, per cui - hanno ricordato tutti dal pulpito - nutriva una grande passione. Insieme alla sua “seconda fede”: il Genoa. Tante le sciarpe e pure una maglia sul feretro, firmata dall’intera formazione rossoblu.

“Mauro, per me, è stato, un po’ come per tutti voi, un padre – ha esordito frate Luca Simoncini, padre provinciale dei Cappuccini – Era molto legato alla mia famiglia. Il nostro legame era particolarmente forte”. Padre Simoncini ha sottolineato che padre Mauro “Non c’è più, ed una sofferenza per tutti noi. Ma lui è risorto. Gesù gli ha aperto la porta del Cielo. Lui così continua, con la sua straordinaria umanità. Lui apriva tutte le porte. Dei primari, delle caposala, dei medici. Era irresistibile. Nessuno poteva resistergli”. Secondo il religioso, padre Mauro “Si è unito all’eccellenza del San Martino. Il suo ruolo era rincuorare e dare la speranza”. Il messaggio che ci ha lasciato è che “È possibile aprire tutte le porte – ha concluso – perché quando si ama è possibile farlo”.

I canti francescani hanno accompagnato l’intera cerimonia, fino al solenne corteo: i confratelli cappuccini hanno portato a spalla il feretro, attraversando il parco del San Martino fino all’ingresso principale di largo Giovanna Benzi. Lunghi applausi hanno scandito l’uscita dalla chiesa, sulle note, proprio, di “Mamma Maria”.  

Solo alla fine del lungo percorso il feretro è stato consegnato al personale di A.Se.F. del Comune di Genova per il trasporto al crematorio della So.Crem di Staglieno.

 

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