Genova, accoltellò poliziotto che lo salvò dal suicidio: oggi ha riprovato a uccidersi

di Michele Varì

2 min, 9 sec

A un anno di distanza il dramma senza fine di un ventenne fuggito dagli arresti domiciliari: ma stavolta nessun agente si è avvicinato

Genova, accoltellò poliziotto che lo salvò dal suicidio: oggi ha riprovato a uccidersi

Il 27 settembre dello scorso anno accoltellò il poliziotto che si era avvicinato per impedirgli di lanciarsi dalla finestra: l'agente, un sovrintendente delle volanti, finì in ospedale con una prognosi di quindici giorni. Oggi, a quasi un anno di distanza, Lorenzo Mantero, ventenne con gravi problemi di dipendenze, ci ha riprovato. Ha di nuovo minacciato di uccidersi.

Il giovane si è di nuovo sporto dalla finestra di casa, al terzo piano di un palazzo di piazzale Marassi, minacciando di gettarsi nel vuoto, anche stavolta con un coltello nelle mani davanti alla fidanzata e agli anziani genitori, impietriti dalla paura.

Anche stavolta nella casa sono arrivati gli agenti delle volanti, e, come per un destino beffardo, si tarattava degli agenti dello stesso turno dell'anno scorso, anche se il sovrintendente ferito allora stavolta non era in servizio. Poliziotti che però oggi, memori di quanto accaduto 11 mesi fa, non si sono avvicinati e hanno cercato di controllare a distanza il giovane, evidentemente in stato confusionale.

Un intervento congiunto, quello degli agenti, con i pompieri che con l'autoscala a sfilo hanno raggiunto la finestra dell'abitazione del ventenne: per impedirgli di gettarsi nel vuoto. Per questo è stata sistemato anche un telone sotto la finestra, per attutire eventuali cadute dall'alto.

Per fortuna le precauzioni non sono servite: il ventenne è riuscito ad allontanarsi da una finestra laterale del palazzo e si è nascosto fra le auto di un parcheggio. Lì gli agenti lo hanno scovato ed arrestato per l'evasione degli arresti domiciliari. Solo allora i genitori e la fidanzata, che temevano che potesse farsi del male, o peggio, fare del male ad altri, hanno potuto tirare un sospiro di sollievo. 

L'anno scorso, anche se questi particolari non sono mai stati resi pubblici, i genitori dopo l'aggressione al poliziotto scrissero una commovente lettera all'agente in ospedale. Per ringraziarlo per il suo coraggioso gesto e per avere messo a repentaglio la sua incolumità per impedire a Lorenzo di gettarsi nel vuoto. 

Lo stesso ventenne dal carcere successivamente scrisse una lettera al sovrintendente per ringraziarlo. Due lettere che sembravano anche la svolta della vita del giovane, che nel frattempo era stato condannato a otto anni per le lesioni al polziotto e la resistenza al pubblico ufficiale, pena passato in giudicato che stava scontando ai domiciliari lì, in piazzale Marassi.

Sembrava che da quella tragedia sfiorata il giovane potesse finalmente avere capito dove indirizzare la sua esistenza. Ed invece, oggi, quasi ad un anno da quel giorno, Lorenzo è tornato prigioniero dei suoi incubi e ha rigettato nell'angoscia i genitori e la sua fidanzata.