Genoa, un primo tempo perfetto e la porta ormai blindata. Per la Serie A è corsa a due col Bari

di Gessi Adamoli

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Genoa, un primo tempo perfetto e la porta ormai blindata. Per la Serie A è corsa a due col Bari

Piano piano Gilardino è riuscito a togliere al Genoa tutti quei difetti che si portava dietro da inizio stagione. La palla gira veloce, l'area viene riempita con più giocatori e i cross arrivano finalmente dal fondo e non più “alti e molli” dalla trequarti. Con buona pace di tutti coloro i quali avevano ironizzato sul termine “corazzata”, con Gilardino, il precario che era stato assunto ad interim in attesa di capire come muoversi, ci sono i numeri a testimoniare la qualità assoluta della squadra oltre che l'eccellente lavoro del tecnico. Perché, come sosteneva il professor Scoglio, il calcio è matematica e i numeri non mentono mai. Da quando non c'è più l'allenatore che se perdeva dava la colpa ai giocatori definendoli dilettanti, il Genoa ha ottenuto 31 punti dei 42 disponibili, vincendo 9 partite su 14, pareggiandone 4 e perdendone una soltanto. Ha segnato 20 reti e ne ha subite soltanto 6 (tenendo sempre la porta inviolata nelle 8 partite giocate a Marassi). E se, come recita un vecchia regola, i campionati si vincono non prendendo gol, il Genoa è sulla buona strada. Quella rossoblù è la seconda miglior difesa del campionato, 19 gol subiti contro i 18 del Frosinone (27 le reti al passivo del Bari) che, poi, ha anche il miglior attacco (38 reti all'attivo contro le 26 del Genoa e le 45 del Bari).

Per qualcuno il Genoa contro la Ternana non ha brillato e, per carità, nel calcio tutte le opinioni sono legittime. A nostro modestissimo parere, invece, il primo tempo del Genoa è stato semplicemente perfetto, tanto che persino Gilardino, solitamente sempre molto parco di complimenti, per una volta si è lasciato andare: “Quella dei primi quarantacinque minuti è stata assolutamente una delle nostre migliori prestazioni. Siamo stati bravi nel palleggio, a proporre gioco e a trovare soluzioni offensive. Cerchiamo di giocare più in verticale, Puscas è stato efficace nell'allungare la difesa avversaria e i nostri centrocampisti sono stati pronti ad inserirsi negli spazi che si creavano. Il mestiere e la tecnica di Strootman e Sturaro sono determinanti. E Badelj, ora che sta bene, garantisce equilibrio e qualità in fase di impostazione”.

I più bei complimenti sono arrivati da Lucarelli, l'allenatore avversario. Lui pure ha poi sottolineato lo straordinario lavoro di Puscas che ha “strappato” in avanti a ripetizione dando profondità e mettendo in crisi la difesa avversaria: “Ci siamo abbassati perché loro ci hanno fatto abbassare, se ti attaccano la profondità, sei costretto a rinculare. Quando un avversario è più forte bisogna essere corretti nel riconoscerlo. Il Genoa è una grande squadra e poi col pubblico che ha non gioca in dodici ma in tredici”.

Nel secondo tempo pur soffrendo la Ternana, che ha attaccato molto ma senza mai tirare in porta, il Genoa si è visto annullare due gol (per netto fuorigioco quello di Puscas, per un fallo molto discutibile su Di Tacchio quello di Badelj) e ha avuto un'occasione clamorosa con Sturaro che, a dimostrazione di aver recuperato la migliore condizione, dopo aver vinto un duello di forza si è presentato solo davanti Iannarilli, molto bravo in uscita a chiudergli lo specchio della porta.

Non si può sorvolare sulla sconcertante prestazione dell'arbitro Camplone che a Marassi, senza coprirsi di gloria, aveva già diretto Genoa-Parma (3 a 3). Come abbiamo visto, i numeri non sono mai bugiardi e i soli 5 falli fischiati a favore del Genoa, che ha giocato un primo tempo tutto all'attacco, ed i 15 fischiati contro, valgono più di qualunque commento. Pensate se lo stesso score ci fosse per un Milan-Bologna a San Siro o per uno Juventus-Monza all'Allianz?

Non ce ne voglia Skuhravy, che continua a ritenere il Sudtirol una mina così vagante da poter anche ambire alla promozione diretta, ma la lotta per il secondo posto è ormai circoscritta a Genoa e Bari. Con tre punti di vantaggio (di fatto quattro virtù dello scontro diretto a favore), la squadra rossoblù è più che mai artefice del proprio destino. Sturaro e compagni sono attesi dall'insidiosissima trasferta di Brescia, poi la sosta permetterà di recuperare due pedine estremamente preziose come Coda e Aramu, consentendo a Gilardino maggiori soluzioni offensive. Ormai il 3-5-1-1, anche perché interpretato alla perfezione, dovrebbe essere il modulo definitivo. Il Genoa ora è soprattutto squadra e Gilardino è riuscito a coinvolgere rendendoli protagonisti il maggior numero di giocatori. Qualcuno (inevitabile con le rose pletoriche del calcio moderno) è inevitabilmente finito ai margini. Vedi Yalcin e Dragus. Quanto a Matturro ha solo 18 anni e non era ancora pronto per un compito così impegnativo.

L'ultima considerazione va fatta per i 27.524 spettatori del Ferraris (508 venivano da Terni) e non solo per il tifo col quale, come ha sottolineato Lucarelli, hanno trascinato la squadra. Emozionante e commovente è stato il religioso e assoluto silenzio con cui tutto lo stadio hanno partecipato al minuto di silenzio in ricordo delle vittime di Cutro. L'ennesima dimostrazione di grande umanità e civiltà del popolo genoano.