Genoa, una sconfitta su cui meditare. E Zangrillo parla al popolo rossoblù

di Gessi Adamoli

3 min, 26 sec

Il presidente in diretta a Telenord rompe il lungo silenzio

Genoa, una sconfitta su cui meditare. E Zangrillo parla al popolo rossoblù

Se non ha senso generare allarmismi dopo la battuta d’arresto col Verona, allo stesso modo è da evitare una lettura semplicistica che archivi la sconfitta come un normale incidente di percorso evitando un’analisi in profondità sul perché il Genoa abbia sofferto un avversario sulla carta di gran lunga inferiore ovviamente dell’Inter ma anche del Monza, gli avversari incontrati dal Genoa nei primi due turni di campionato che hanno fruttato 4 punti. Sarebbe anche sciocco attribuire tutte le colpe della sconfitta al pessimo arbitraggio di Ayroldi al quale, ormai è assodato, il Genoa proprio non sta simpatico.

Il Verona è una squadra estremamente fisica ma anche ben organizzata. Naturalmente vanno fatti i complimenti al mister Zanetti, ma soprattutto al ds Sean Sogliano che puntualmente, ad ogni sessione di mercato, smonta e rimonta la squadra. Buon sangue non mente, il padre Ricky è stato un grande direttore sportivo negli anni 80 e 90. Ed era innamorato del Genoa. Anche Sogliano jr era approdato in rossoblù per resistere però soltanto pochi mesi: la convivenza con Preziosi era impossibile.

Il Genoa poteva passare in vantaggio con Vasquez che ha impostato l’azione e l’ha anche conclusa centrando però la traversa, proseguendo così quell’incredibile collezione di pali che l’avevano visto recordman assoluto nella passata stagione (addirittura sei). Poi, nella ripresa, c’è stata l’occasione di Messias dopo un’irresistibile azione personale. Ma due soli tiri verso la porta avversaria sono troppo pochi. L’attacco è spuntato: Vitinha si ostina a voler strafare. Sappiamo che è bravo, non deve dimostrare niente. Deve solo essere più concreto e mettersi nelle condizioni di tirare in porta. Quanto a Pinamonti, come si fa a giudicare un centravanti che in area non ha ricevuto nemmeno un pallone giocabile?

Buttare nella mischia i giovani Ekhator e Accornero per qualcuno è stata la mossa della disperazione. Ma c’è anche chi l’ha letto anche con un messaggio subliminale. “Nessuna polemica. Avevo necessità di cambiare… E questi ragazzi avevo”, ha prontamente puntualizzato Gilardino. Ma detta così una punta di polemica è impossibile non scorgerla.

È innegabile che la qualità del Genoa, che pure resta una squadra almeno da dodicesimo/quattordicesimo posto, non sia quella della passata stagione. Perso Gudmundsson manca il giocatore di talento capace di ribaltare immediatamente l’azione. Ci sta provando a farlo Messias con le sue caratteristiche che però sono soprattutto quelle della mezzala. E, a prescindere delle partenze eccellenti, sull’organico dello scorso anno Gilardino si sarebbe aspettato un difensore in più (strutturato fisicamente e forte di testa) ed un laterale mancino che vada oltre al compitino che Martin svolge abitualmente.

Dopo la sosta, nell’anticipo di mezzogiorno e mezza, ci sarà la Roma. Ci sono due settimane e mezza per metabolizzare questo passaggio a vuoto e capire a che campionato sarà destinato il Genoa.

Ma preme anche capire quale sarà il futuro societario del Genoa?  Dopo mesi torna a parlare il presidente Zangrillo il cui silenzio veniva interpretato come un segnale tutt‘altro che positivo. Sarà ospite a Telenord di We are Genoa a poco più di due mesi di distanza da Blazquez. Era il 25 giungo quando l’amministratore delegato rossoblù perse l’occasione per parlare con chiarezza e trasparenza alla tifoseria genoana. Preferì invece bluffare sostenendo che la situazione era sotto controllo da parte dei 777. Per carità, nessuno avrebbe voluto sentire un discorso alla Churchill che agli inglesi promessi “sudore, lacrime e sangue”, però la tifoseria genoana ha a più riprese dimostrato la sua maturità e avrebbe preferito conoscere la verità direttamente dall’ad rossoblù, evitando lo stillicidio di venirla a conoscere a puntate. Del resto è la storia che dimostra come, nei momenti di difficoltà, il popolo rossoblù sia sempre stato presente e non ha mai voltato le spalle a squadra e società.