Genoa, tanti interrogativi e una certezza: Gilardino

di Gessi Adamoli

2 min, 30 sec

Con l'Inter prestazione straordinaria e con due rinforzi si può pensare in grande

Genoa, tanti interrogativi e una certezza: Gilardino
Una notte da Genoa, una notte da conservare nella memoria. Gioca, il vecchio Grifone, come piace alla sua gente: cuore, volontà, determinazione. Ma anche organizzazione di gioco e un’identità tattica ben definita. Dopo un’estate difficile e tanti punti interrogativi per quanto riguarda il futuro societario, il Genoa riparte da una certezza e che è anche una garanzia: Alberto Gilardino. Un po’ Scoglio e un po’ Gasperini nel mettersi di traverso e sostenere che certi giocatori (De Gea e Fabio Silva) non erano funzionali alle esigenze della sua squadra. Ha difeso con i denti le ambizioni di un Genoa che, dopo l’undicesimo posto della passata stagione, c’è il dovere che venga messo quanto meno nelle condizioni di provare a ripetersi. Il gruppo è unito, compatto. Con un paio ancora di innesti azzeccati nei posti giusti si possono cullare legittime ambizioni, nonostante da gennaio ad oggi siano stati ceduti i quattro giocatori di maggior prestigio: Dragusin, Martinez, Retegui e Gudmundsson. Partenze dolorose ma questo Genoa tutto orgoglio ha saputo mettere in difficoltà l’Inter campione d’Italia ed il 2 a 2 finale è un risultato strameritato.
 
Gilardino sogna Correa che potrebbe rigenerarsi sotto la spinta di quel pubblico straordinario che al 97’ ha messo le ali ai piedi di Vitinha che ha irriso Dumfries e Bisseck, mica due qualunque. Correa come riferimento in campo può essere il nuovo Gudmundsson. E quanto a talento probabilmente ne ha anche più dell’islandese. Serve sicuramente anche un difensore che aumenti l’efficacia della contraerea rossoblù. Perché si ha un bel dire che la partenza di Dragusin è stata assorbita senza contraccolpi e che il Genoa ha addirittura subito meno reti nel girone di ritorno di quelle che dell’andata quando c’era il rumeno al centro della difesa. Peccato che almeno il 60 per cento dei gol siano stati subiti di testa, proprio come il primo di sabato. Il calcio moderno è anche e soprattutto chili e centimetri. Quelli che in difesa con Bisseck, (un marziano per 90 minuti, poi negli ultimi cinque è tornato sulla terra: rigore e tunnel da Vitinha), Acerbi e Bastoni non difettano all’Inter, non a caso la squadra con lo scudetto sul petto.
 
Ci sono dodici giorni prima della chiusura del mercato. Questa squadra, anche senza importanti disponibilità economiche, c’è la possibilità che possa essere comunque rafforzata. Intanto godiamoci la straordinaria prestazione con l’Inter (il numero di Vitinha resterà tra i ricordi indelebili di ogni genoano). Poi ci sarà tempo e modo per capire cosa resterà dei sogni di gloria dei 777. E anche il ruolo di Alexandre Katrangi e Irina Duisimbekova, fondatori della Licorne Gulf Holding e possibili mediatori per conto del fondo arabo Pif. Ma dopo aver visto un cinese saltare sotto la curva di Reggio Emilia (sassuolo – Genoa) non ci stupiremmo più di nulla.