Genoa, un altro capolavoro di Gilardino. Per Ekuban un gol alla Gigi Riva
di Gessi Adamoli
3 min, 54 sec
La vittoria in rimonta sul Lecce è stato scontato paragonarla a quella di Sinner a Melbourne. Gilardino ha azzeccato le sostituzioni e la disposizione tattica in campo, proponendo addirittura quattro moduli diversi
E, ora, per favore basta iniziare tutte le volte il discorso dicendo che Gilardino è un bravo allenatore. È una premessa sbagliata, quasi a voler allontanare un dubbio che non ha ragione di essere. Gilardino è a tutti gli effetti un allenatore di e da serie A. Punto.
Non si dice in continuazione che Allegri e Simone Inzaghi sono bravi allenatori perché è scontato che lo siano. Poi certamente, come tutti i comuni mortali, commettono degli errori ed è giusto che vengano sottolineati. Lo stesso deve valere per Gilardino. Altrimenti lo si continua a far sentire un “allenatore ad interim” proprio come quando rilevò in panchina Blessin. Invece non lo è più dalla notte di Santo Stefano del 2022 quando il Genoa espugnò il San Nicola di Bari e iniziò la sua entusiasmante rincorsa verso la serie A. Dunque venga solo giudicato per come la sua squadra si è espressa sul campo e senza quel peloso preambolo.
Queste due settimane di grande emergenza numerica Gilardino ha saputo gestirle come il più consumato dei mister. E sono arrivati sei punti che consolidano la leadership del Genoa nella parte destra della classifica. Tanto che qualcuno parla già di Conference League, perché il tifoso genoano, si sa, ha il mugugno facile ma anche una fantasia e una capacità di sognare come pochi.
Eventualmente si potrà discutere su quanto sia societario, ma quanti allenatori lo sono davvero? Dopo la ferma presa di posizione alla vigilia della partita di Salerno, anche prima del match casalingo col Lecce, Gilardino ha voluto fare alcune precisazioni: “Sono arrivati giovani che hanno poca o nessuna esperienza di serie A. Sono giocatori che a me e allo staff toccherà migliorare singolarmente. Ci vorranno tempo e pazienza”.
Sotto ogni latitudine i rapporti tra società e allenatori viaggiano sempre sul filo del rasoio, non è semplice far coincidere le rispettive esigenze e aspettative. Ad eccezione di qualche inevitabile momento di frizione (capita anche nelle migliori famiglie) sino a questo momento i 777 e Gilardino sono stati abili nella mediazione e nel trovare un punto di incontro.
La strategia della proprietà americana, che punta all’autosostenibilità, è chiara: investire su prospetti che abbiano margine di crescita e possano garantire plusvalenze. Del resto basta guardare al mercato del gennaio 2022, il primo dell’era 777. Arrivarono otto giocatori e tutti con quelle caratteristiche: Gudmundsson, Frendrup, Ostigard, Hefti, Yeboah, Amiri, Calafiori, e Piccoli. C’è chi è esploso, chi ha avuto bisogno di tempo per emergere e chi invece ha fallito. Ma tutti, almeno sulla carta, erano potenziali giocatori di prospettiva. In questo senso è stata fatta una sola eccezione, nell’estate 2002 con l’ingaggio dell’ormai trentatreenne Ilksanker. Ma era svincolato e dunque è stato preso a costo zero e su espressa richiesta di Blessin.
Gli ultimi arrivi sono in linea con la politica dei 777. David Ankeye, 21 anni, nigeriano che giocava nel campionato moldavo con lo Sheriff Tiraspol ed è stato soffiato ai norvegesi del Molde che vantavano una prelazione. Fisicamente strutturato (è alto un metro e 91), Ankeye quest’anno in Europa League ha incontrato due volte la Roma. In campionato ha segnato 5 gol (13 le presenze), mentre In Europa League tra qualificazioni e torneo vero e proprio ha realizzato 3 gol (10 presenze). Franz Stolz, 22 anni, è un portiere che arriva dalla serie B austriaca. Giorgio Cittadini 21 anni, difensore, è di proprietà dell’Atalanta. È in prestito ma si può lavorare sulla possibilità che non sia in rossoblù solo di passaggio.
La vittoria in rimonta sul Lecce è stato scontato paragonarla a quella di Sinner a Melbourne. Il secondo tempo del Genoa, dopo che nel primo il passivo era stato limitato grazie ad uno straordinario Martinez, è stato entusiasmante. Gilardino ha azzeccato le sostituzioni e la disposizione tattica in campo, proponendo addirittura quattro moduli diversi (decisivo all’inizio del secondo tempo il passaggio dall’iniziale 3-5-2 al 4-3-3). Retegui è cresciuto ed è tornato ai livelli di inizio stagione, ma c’è un giocatore su cui in molti (per primo il sottoscritto) devono fare ammenda: Caleb Ekuban. Il suo gol spettacolare, che è diventato persino uno sticker whatsapp, ha vagamente ricordato quello, passato alla storia, in rovesciata di Gigi Riva al Vicenza.
E il leggendario Rombo di Tuono, che era un patrimonio di tutti e non solo dei tifosi del Cagliari, la Nord l’ha saluto con uno striscione pieno di affetto e nostalgia: In questo calcio alla deriva / solo applausi a Gigi Riva.
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