Genoa, tre punti fondamentali. Ora l'analisi sul mercato: necessarie ancora alcune pedine

di Gessi Adamoli

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Genoa, tre punti fondamentali. Ora l'analisi sul mercato: necessarie ancora alcune pedine
Tre punti fondamentali e, considerato che siamo in pieno mercato, il fatto che siano arrivati dopo una partita tutt'altro che esaltante offre un'opportunità di riflessione da non lasciarsi scappare. La società, ovviamente insieme all'allenatore, è infatti impegnata a compiere un'analisi approfondita su cosa manchi a questa squadra per fare in modo che il tanto sbandierato “only one year” non si trasformi in un pericoloso boomerang.
 
Servono da due ai quattro giocatori. Soprattutto un regista. Ne parlano in pochi, ma la partita col Venezia con una manovra lenta e involuta ha evidenziato soprattutto la mancanza di un metronomo a centrocampo. Un giocatore in grado di dettare i tempi e che, all'occorrenza, sappia verticalizzare. Non può essere Strootman, non è il suo mestiere. A Roma era stato soprannominato “lavatrice”, la sua specialità è infatti recuperare palloni, pulirli e consegnarli pronti alla giocata al regista di turno. Non a caso, due anni fa, a fianco di Badelj fa aveva offerto un contributo fondamentale per la salvezza e, sempre non a caso, il croato aveva disputato la sua migliore stagione da quando è al Genoa. E qui sta il punto. Come sta Badelj? Ci si può fare affidamento? Perché è chiaro che se anche fosse al 60/70 per cento il regista il Genoa lo avrebbe in casa. Ma questa è una domanda alla quale solo Gilardino ed il preparatore atletico Pilati possono dare una risposta. Di sicuro Strootman, anche se personalità e qualità non gli mancano, non può essere la soluzione. Contro il Venezia si è spesso rifugiato in passaggi indietro accolti con brusii di disapprovazione da un pubblico che pure stravede per lui. Da play adattato è un giocare assolutamente normale, mentre è una straordinaria mezzala (o braccetto come si usa dire adesso).
 
Un acquisto imprescindibile è poi quello di un laterale mancino soprattutto se Gilardino dovesse optare per una difesa a tre dove il trentaseienne Criscito sarebbe sicuramente a suo agio come centrale di sinistra ma molto meno sulla corsia laterale con ottanta metri di fascia da coprire. Partito Yeboah serve un attaccante con le stesse caratteristiche, una punta che vada nello spazio e attacchi la profondità, dando a Gilardino la possibilità di avere più soluzione tattiche a disposizione a seconda dell'avversario e dei vari momenti della partita. E la prima scelta non può che essere Lasagna del Verona.
 
Infine la ciliegina sul gelato potrebbe essere un esterno bravo nel dribbling, un'ala vecchio stampo che salti l'uomo e vada al cross. Forse memore del fatto che suo padre nel mercato di riparazione, che allora si teneva a novembre, aveva pescato addirittura dalla serie C due giocatori, come Testoni e Briaschi, Gianni Fossati in tribuna sponsorizzava un illustre sconosciuto come Casiraghi del Sudtirol che a Marassi, nella mezzora in cui aveva giocato, aveva fatto venire il mal di testa ad Hefti ubriacandolo di finte.
 
Tredici punti in cinque partite: la cura Gilardino sta dando i suoi frutti. E tremano le gambe solo al pensare di come sarebbe la classifica adesso se la società non avesse provveduto ad allontanare un allenatore che non aveva più alcun rapporto con la squadra. Il Genoa è secondo a pari merito con la Reggina, ma attenzione perché il Bari non molla. E, anche se sono apparentemente lontani in classifica, vanno tenuti particolarmente d'occhio il Cagliari di Ranieri, che sta per riabbracciare anche Nainggolan, e il Parma che ha tanta qualità, forse troppa per un campionato ad alti contenuti agonistici come la serie B. Contro il Venezia il Genoa non ha giocato bene, ma ha dimostrato carattere e una grande voglia di portarsi a casa i tre punti come dimostrano i minuti finali giocati senza esclusione di colpi da una parte e dall'altra. Gilardino, poi, sembra sempre più a suo agio. Ha dimostrato personalità nel fare la formazione, confermando Puscas che a Bari era andato in gol guadagnandosi la riconferma e tenendo ancora Coda in panchina col rischio che il tre volte capocannoniere della serie B non la prendesse benissimo. Gilardino, al contrario del suo predecessore, ha poi confermato di saper leggere molto bene le partite. Dopo un primo tempo incolore con tre occasioni da rete per il Venezia e nessuna per il Genoa, è intervenuto cambiando il 4-3-2-1 iniziale (il modulo di Bari per intenderci) con il 3-5-2 che aveva provato giovedì scorso all'Olimpico. Il resto lo ha fatto Coda, entrato al 67' al posto di Puscas. Sul passaggio di Yalcin era al posto giusto nel momento giusto. Del resto l'area di rigore è il suo habitat naturale ed è imperdonabile che chi c'era prima di Gilardino lo ignorasse. Utilizzare Coda come centravanti di manovra è stato probabilmente l'errore più grave di Blessin.
 
Infine non si può sottolineare il comportamento esemplare della tifoseria durante il minuto di raccoglimento in memoria di Gianluca Vialli: sessanta secondi di silenzio assoluto e alla fine un lungo, sincero applauso. Purtroppo in pochi stadi italiani si può ritrovare la stessa civiltà.
 
(foto pagina Facebook Genoa Cfc)