Genoa, Retegui: un gol da cineteca dedicato al ct Spalletti

di Gessi Adamoli

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Il genoano felice può sembrare un’anomalia ma non lo è. Merito di una società che ha allargato gli orizzonti, non si ha paura di pensare in grande

Genoa, Retegui: un gol da cineteca dedicato al ct Spalletti

Uno stadio felice. Uno mondo, quello Genoa, felice. E la felicità è qualcosa di estremamente più profondo e solido rispetto all’euforia dopo una vittoria che ti proietta ai sette cieli. È bello essere genoani e gridarlo ai quattro venti.  C’è una squadra dai meccanismi perfetti che sembra un orologio svizzero, ma soprattutto c’è la convinzione che si stanno mettendo le basi per un progetto vero e non millantato come purtroppo troppe volte in passato.
 
Il genoano felice può sembrare un’anomalia ma non lo è, il mugugno non abita più qua. Merito di una società che ha allargato gli orizzonti, non si ha paura di pensare in grande. E merito del ricambio generazionale che c’è stato in Gradinata Nord. Ora sono i giovani col loro entusiasmo ad essere trainanti ed i meno giovani sono ben contenti di essere trainati e buttare a mare il loro antico pessimismo. La maledizione di Villa Pantelli non esiste più, i ragazzi che popolano la Nord nemmeno sanno cosa sia.
 
La vittoria sull’Udinese è stata meno facile di quanto possano lasciar intendere il punteggio ed un secondo tempo giocato in scioltezza grazie ai due gol di vantaggio e all’uomo in più. Di fronte il Genoa aveva un avversario che due settimane prima aveva vinto a Torino con la Juventus. Una squadra estremamente fisica, ma anche con una buona proprietà di palleggio. E infatti i primi venti 20 minuti non sono stati semplici, poi il Genoa è cresciuto ed il capolavoro di Retegui ha cambiato l’inerzia del match.
 
Al di là del gol da cineteca, l’argentino è stato protagonista di una partita straordinaria. Ha giocato con e per la squadra, nel finale ha rinunciato ad un gol quasi sicuro per passare la palla a Gudmundsson. Un gesto di grande altruismo che dovrebbe finalmente mettere a tacere le voci per quali i due sarebbero come separati in casa. Ma l’islandese, che per altro ha confezionato lo splendido assist che ha permesso a Bani di chiudere la partita, è in uno di quei momenti in cui il gol proprio non ne vuole sapere di arrivare. Capita anche ai migliori attaccanti. Passerà. L’importante è non intestardirsi a cercarlo a tutti i costi.
 
Spalletti convocherà Retegui in Nazionale? Non è un problema del Genoa, ma solo del ct. Sbaglia però chi pensa: “Meglio se non lo chiama, così ce lo godiamo solo noi”. La dimensione internazionale è un passaggio imprescindibile per chi ha le qualità per diventare un grande giocatore. Serve al giocatore, ne accresce l’autorevolezza e l’autostima. E di riflesso ne trarrebbe un importante giovamento anche il Genoa.
 
I 48 punti che il neopromosso Genoa di Gasperini ottenne nella stagione 2007-08 sono alla portata del neopromosso Genoa di Gilardino. Ci sono molte analogie, anche questa squadra ha l’opportunità di aprire un ciclo. Ora l’ultima cosa di cui si sente il bisogno è arrovellarsi nel dilemma Gilardino sì – Gilardino no. La società stabilirà tempi e modi per discutere del rinnovo presentando al tecnico un progetto ad ampio respiro. E l’allenatore deciderà se programmi e obiettivo coincidono con le sue aspettative.
 
Intanto lunedì a San Siro, in casa dei futuri campioni d’Italia, questo Genoa può giocarsi la partita senza timori reverenziali e con la forza di chi ha tutto da guadagnare e niente da perdere. Con un Retegui così e se Gudmundsson dovesse tornare quello di un mese fa ci si potrebbe anche divertire.