Genoa, #iostoconMartinezePuscas e ovviamente con Gilardino

di Gessi Adamoli

3 min, 42 sec
Genoa, #iostoconMartinezePuscas e ovviamente con Gilardino
La caccia al colpevole, attività molto praticata sotto ogni latitudine calcistica e non solo nella Genova capitale del mugugno, dovrebbe fermarsi per un mese ed evitare sino alla riapertura del mercato di cercare ad ogni costo il capro espiatorio. Senza Retegui, Gudmundsson, Bani ed ora anche Strootman è piena emergenza ed è indispensabile limitare i danni. Così nelle prossime partite con Empoli (a Marassi) e Monza (trasferta) è fondamentale fare punti: ne servono almeno tre. Il Genoa sarà poi infatti atteso da un calendario complicatissimo: Juventus e Inter in casa, Sassuolo e Bologna in trasferta.
 
Senza contare che quando il folletto islandese ed il bomber argentino (l'ultimo spezzone di partita l'ha giocato il 25 ottobre a Marassi contro la Salernitana) rientreranno non saranno certamente subito al top della condizione e questo vale anche per Messias che finalmente è tornato in campo. Intanto c'è un Malinovskyi in più, non più anonimo ma finalmente protagonista sfruttando il suo gran tiro dalla distanza.
 
I puristi e gli amanti del bel gioco frenino per un attimo i loro ardori e lascino libero Gilardino di praticare il suo calcio che forse non sarà spettacolare ma gli sta permettendo di ottenere il massimo alla guida di una neopromossa. Certo, perdere partite come quella di Frosinone fa male. Ed i complimenti dell'allenatore avversario suonano beffardi. Il Genoa meritava almeno il pareggio e non è il caso di gettare la croce addosso a Martinez. Non c'è numero uno al mondo che non faccia almeno un paio di errori a campionato, ma un portiere mentalmente solido lo metabolizza subito, come è stato nel caso di Martinez sulle conclusioni di Ibrahimovic e Marchizza. Piuttosto siccome il gol subito è chiaramente imputabile al sole che aveva negli occhi e gli ha nascosto la palla, viene da domandarsi perché i portieri in generale non abbiano più la vecchia e cara abitudine di usare il capellino. Lo considerano un po' da sfigati, ma poi le conseguenze sono queste.
 
Anche su Puscas certi giudizi sono stati spietati. Ed è singolare l'indulgenza collettiva nei confronti di Ekuban mentre al centravanti della nazionale rumena non si perdona niente. A Frosinone si è battuto, ha giocato anche in funzione della squadra e non è non stato fortunato quando ha calciato a rete a colpo sicuro ma la palla è andata a sbattere su Okoli che aveva disperatamente provato a fare muro. E comunque ancora una volta la palla gol l'ha avuta, a conferma che in area di rigore sa come muoversi.
 
Piuttosto stasera al Derby del Lunedì all'amico Lussana reduce da Brasile-Inghilterra (pardon, era Sampdoria-Spezia...) chiederò perché di Borini scrive “sbaglia sì due gol ma è lì nel posto dove farli”. E invece bacchetta Puscas: “non segna nemmeno per sbaglio”.
 
Ancora una volta il Genoa ha buttato punti preziosi negli ultimissimi minuti della partita. Proprio come col Torino (94'), Napoli (84') Lecce (83'), Udinese (92'), Milan (87') e Frosinone (94'). Agata Christie diceva che tre indizi fanno una prova, qui gli indizi sono addirittura sei. Ma la domanda da porsi è: Gilardino sbaglia i cambi oppure sono i giocatori della panchina a non essere all'altezza della Serie A? Personalmente propendiamo per la seconda ipotesi ed è importante allora che a gennaio vengano operati acquisti mirati anche perché è ormai acclarato che le partite si giocano in sedici.
 
Quanto ai tre cambi di Frosinone all'88' sarà interessante sentire la lezione di professor Onofri domani sera a We are Genoa, accompagnata da 4 istantanee che mettono a fuoco come erano (mal)disposti i giocatori del Genoa in occasione del secondo gol del Frosinone. 1) Il cambio di modulo da 3-5-1-1 a 4-4-2 comporta movimenti di pressing diversi ed è complicato per chi è appena entrato assimilarli in pochi minuti. 2) C'è allora un'incomprensione sul da farsi tra Galdames e Vazquez. Galdames dovrebbe seguire Soulè e Vazquez in caso di eventuale passaggio a Brescianini salire in pressione su di lui. 3) Ma Vazquez è in ritardo a contrastare il passaggio di Soulè e Galdames è sorpassato da Brescianini sul quale esce allora Dragusin, lasciando scoperta la zona centrale dell'area di rigore. 4) De Winter deve intuire il pericolo a centro area e scalare più in fretta e meglio su Monterisi, lasciando a sua volta scalare Sabelli sull'attaccante rimasto in linea sul secondo palo.