Genoa, il brutto viene adesso. Calendario durissimo, poi finalmente il mercato

di Gessi Adamoli

3 min, 31 sec
Genoa, il brutto viene adesso. Calendario durissimo, poi finalmente il mercato
Ora bisogna soprattutto fare quadrato perché il Genoa, prima che riaprano le liste di trasferimento e possa dunque colmare le lacune evidenziate in questi primi turni di campionato, è atteso da un calendario durissimo. Per altro la partita con l'Empoli, che con un pizzico di attenzione in più la squadra di Gilardino avrebbe potuto comunque vincerla, non ha evidenziato nulla che non fosse ormai arcinoto.
 
E iniziamo allora con la rosa corta non tanto numericamente quanto qualitativamente. Ogni volta che Gilardino cambia in corsa la squadra peggiora e, se per qualcuno è per via di una non buona lettura del match da parte dell'allenatore, la causa va invece ricercata nel fatto che chi entra dalla panchina non assicura nemmeno lontanamente la qualità di chi sta giocando titolare. Peggio ancora quando la cosiddetta riserva deve giocare dall'inizio perché il titolare è indisponibile. Il caso più eclatante è ovviamente quello di Retegui, ma anche l'assenza di Bani sta pesando di più di quanto fosse lecito aspettarsi. Discorso a parte per Gudmundsson che ha in Messias un sostituto più che degno, anche se sarebbe certamente preferibile se potessero giocassero assieme. Purtroppo però il brasiliano solo a dicembre è tornato ad essere disponibile.
 
La priorità sul mercato non riguarda solo il vice Retegui. La scelta di Gilardino di avanzare Vasquez sulla linea dei centrocampisti, la dice infatti lunga sulla considerazione che l'allenatore ha di Martin, già date tempo fuori dai radar, e di Haps. Serve un laterale sinistro completo ovvero che sappia fare le due fasi, quella difensiva (come Vasquez) e quella offensiva (possibilmente con cross migliori di quelli di Haps). E occorrono altri due pezzi: un'alternativa a destra a Sabelli e un play che possa dare il cambio a Badelj, che a febbraio compirà 35 anni e non è pensabile possa cantare e portare la croce per 38 partite.
 
Dicevamo che la partita con l'Empoli non ha fatto altro che ribadire concetti stranoti. Messias, ancora inevitabilmente a corto di condizione, per un quarto d'ora ha fatto Messias: ha saltato l'uomo, ha creato superiorità, ha sparigliato le carte in campo. Insomma, ha semplicemente fatto quello per cui era stato acquistato. Con un pizzico di fortuna avrebbe anche potuto segnare, ma la palla si è stampata all'incrocio. Un gol che avrebbe ricordato quello del sampdoriano Genzano nel derby del 16 marzo 1980: conclusione da fuori strozzata per terra e palla che si era impennata scavalcando beffarda Girardi, Ma certi colpi di fortuna al Genoa sono vietati.
 
Anche Malinovskyi è tornato a fare il Malinovskyi (anche se con solo con un'ora di autonomia) ed il suo sinistro nelle ultime due partite ha già lasciato il segno. Due gol con due conclusioni da fuori ovvero proprio quello per cui era stato acquistato.
 
Ora la domanda cruciale è quanto tempo ci vorrà per avere Messias e Malinovskyi al top della condizione e soprattutto quando potremo rivedere un Retegui che sia almeno al 60/70 per cento?
 
Con un po' più di concentrazione e attenzione però contro l'Empoli i tre punti si sarebbero comunque potuti portare a casa. A tradire è stata la difesa, il reparto decisivo per la promozione in serie A e che anche in avvio di stagione si era dimostrato particolarmente affidabile. Dragusin, Bani e Vasquez avevano infatti retto botta anche nella massima serie. Contro l'Empoli però Bani era in tribuna e Vasquez dirottato sulla fascia per ovviare alla carenze assortite di Haps e Martin. Così senza gli abituali punti di riferimento anche Dragusin ha finito per non esprimersi non al meglio. Vogliacco sul cross di Kovalenko si è perso Cancellieri (entrambi i giocatori dell'Empoli erano entrati nel secondo tempo a conferma di quanto ormai la panchina sia decisiva) e De Winter, un po' a sorpresa promosso come perno centrale della difesa a tre, per tutta la partita è stato passivo su Caputo, accontentandosi di non farlo girare ma lasciandogli prendere sempre posizione e lavorare la palla. Proprio come in occasione dell'azione che ha portato al gol toscano.
 
E ora, prima dei rinforzi di gennaio, ci sono Monza (in trasferta), Juventus (in casa) Sassuolo (in trasferta) e Inter (in casa). E servono punti.