Genoa, i millennials di Gilardino: Dragusin, Lipani e Salcedo scardinano le resistenze della Spal

di Gessi Adamoli

3 min, 52 sec
Genoa, i millennials di Gilardino: Dragusin, Lipani e Salcedo scardinano le resistenze della Spal

La prima vittoria della stagione con tre gol di scarto rischia di non rendere l'idea della difficoltà che il Genoa ha incontrato per superare una Spal modesta, ma molto chiusa e poco propensa a concedere spazi. Del resto, quando attacchi l'area con due soli giocatori (Puscas e Jagiello) e ti trovi sei avversari a difendere, la contesa non può che essere impari. In organico mancano giocatori che accompagnino l'azione e si inseriscano senza palla, Gudmundsson (ieri a tratti incontenibile), così come pure Aramu, in area predilige andarci palla al piede, e i centrocampisti (ad eccezione di Jagiello) proprio non ci vanno. Così, nonostante la squadra di Gilardino abbia da subito impresso al match una buona intensità e girasse la palla in modo veloce, diventa inevitabile fare fatica a sbloccare il risultato. Nonostante la qualità del gioco sia lievitata, le difficoltà sono le stesse di inizio stagione quando a Marassi il Genoa ha inanellato una lunga serie di pareggi. La differenza la fanno le palle inattive. Con Blessin si era arrivati ad un centinaio di calci d'angolo senza cavare un ragno dal buco, adesso sono due partite di fila che Dragusin non solo si permette di annullare il centravanti avversario ma va di testa a sbloccare il risultato su calcio d'angolo. Evidentemente sta dando i suoi frutti, il lavoro di Alex Clapham, l'inglese che, reduce dell'esperienza coi brasiliani del Vasco da Gama, i 777 a fine novembre avevano affiancato a Blessin, dopo aver constatato come non venivano sfruttati a dovere corner e calci di punizione, che, secondo le statistiche, dovrebbero originare oltre il 60 per cento delle segnature di una squadra.

Sul piatto della bilancia il Genoa di Gilardino mette anche uno spirito di squadra ed una coesione del gruppo che prima latitavano. L'esempio viene dai più anziani, giocatori con grandi carriere alle spalle ma ancora con la voglia di essere determinanti e di fare da punto di riferimento per i più giovani. Non a caso, a fine partita, Gilardino ha voluto fare un elogio speciale proprio a loro tre: “Milan, Kevin e Stefano”. Sono l'anima della squadra. Badelj, 55 presenze con la nazionale croata, nel 2018 è stato vicecampione del mondo, Strootman, 48 presenze con la nazionale olandese, è stato il più giovane capitano nella storia degli orange, e Sturaro, che non giocava una partita intera praticamente da un anno (Genoa-Torino il 18 marzo 2022) con la Juventus ha vinto 4 scudetti, 4 Coppe Italia. Nonostante acciacchi assortiti hanno ancora voglia di combattere e di gettare il cuore oltre l'ostacolo come dimostrano, al 92', i 40 metri di scatto di Strootman per offrire una soluzione di passaggio a Gudmundsson in occasione del secondo gol. Una corsa che, oltre a fruttare la rete della sicurezza, è anche pregna di significati. Se Frendrup non fosse stato messo ko da un attacco gastrointestinale per l'olandese sarebbe stata la terza panchina di fila, ma tutte accettate con una professionalità straordinaria.

Il sabato di Marassi, oltre ai tre grandi vecchi, ha portato alla ribalta anche due giovanissimi: Eddie Salcedo e Luca Lipani, cresciuti grazie alla sapiente supervisione di Michele Sbravati in quella che era la mitica cantera Barabino & Partners alla Sciorba e che, un bel giorno, Enrico Preziosi decise di chiudere senza che se ne siano mai comprese appieno le ragioni. Salcedo nella gerarchie del fantasista di scorta da utilizzare a partita in corsa, ha scalzato Yalcin e Dragus ovvero un acquisto inutile ed uno che rischia di esserlo. Per Eddie, nato a Sestri Ponente da genitori colombiani e che il Genoa aveva prelevato dai pulcini del Merlino Circolo 8 Marzo, è come vivere una favola: “Il gol sotto la Nord lo sognavo da quando ero un bambino”. E per una volta si può allora giustificare il cartellino giallo per la maglia levata e lanciata in cielo.

A detta di molti, compreso Mancini, il ct della Nazionale, Lipani è un predestinato. Gilardino, che lo conosce bene avendolo allenato nella Primavera, non vedeva l'ora di farlo esordire. Stava entrando già nella partita col Palermo, ma l'arbitro ha fischiato la fine prima. Contro la Spal, a conferma di quanto lo stimi, l'ha buttato nella mischia al posto di Badelj, il giocatore che dà equilibrio a tutta la squadra, quando il risultato era ancora in bilico.

Nemmeno il tempo di gustarsi la vittoria che Gilardino è già con la testa a cuocere per preparare la trasferta di Cagliari. Una partita importantissima, non perdere vorrebbe dire mantenere un margine di sicurezza più che rassicurante sulla squadra di Raineri che, insieme al Parma, resta come organico l'avversario più attrezzato.

(Credits foto: Pagina Facebook Genoa CFC)