Genoa, Gudmundsson sembra il nuovo Meroni. Gilardino: "Serve a me, è incedibile"

di Gessi Adamoli

3 min, 50 sec
Genoa, Gudmundsson sembra il nuovo Meroni. Gilardino: "Serve a me, è incedibile"
I professionisti del mugugno, coloro i quali (fortunatamente una categoria trai tifosi genoani sempre più esigua) il bicchiere a prescindere lo vogliono vedere mezzo vuoto, dopo Udine parlano di due punti persi ignorando o facendo finta di ignorare alcune verità inconfutabili e dimenticandosi anche che il Genoa era sceso in campo, grazie al “trattamento di favore” riservatogli dalla Lega Calcio, appena due giorni dopo la sfida con la Roma. La considerazione più banale è che, alla vigilia del doppio turno Roma-Udinese, non ci sarebbe stato nessuno che non avrebbe sottoscritto i quattro punti. E domenica alle 14.59 probabilmente il pareggio sarebbe stato bene accettato da molti.
 
Certo, è quanto mai fastidioso prendere, come a Torino, un gol nel recupero. E se ci mettiamo quelli in zona Cesarini col Napoli e a Lecce sono complessivamente sei i punti sfumati suol filo di lana. Ma i riscontri positivi compensano ampiamente l'amarezza per una vittoria sfumata quando ormai sembrava meritamene acquisita. Intanto ed è la considerazione più importante, dopo la partenza choc con la Fiorentina, questa squadra ha dimostrato di poter affrontare a testa alta la Serie A, nonostante sia formata da tanti elementi che vengono dal campionato cadetto. Non solo può riuscire a centrare l'obiettivo minimo della salvezza ma può anche regalare emozioni e e soddisfazioni. Ha anche trovato continuità di prestazioni e di risultati e questo è un altro punto di arrivo importante.
 
La notte con la Roma resterà negli annali e pazienza se il maldestro colpo di testa di Matturro ha privato il Genoa della vittoria. Udine poi ha consacrato definitivamente Albert Gudmundsson a livello di top player. Ha segnato una doppietta (i gol sarebbero stati tre se l'occhio impietoso del Var non avesse scovato un millimetrico fuorigioco di Haps in avvio di azione) nello stadio dove prima di lui avevano lasciato il segno con una doppietta Fontolan e Aguilera (stagione 1989-90) e Borriello (2007-08) addirittura con una tripletta. “Io Meroni non l'avevo mai visto giocare, ma con la fantasia Gudmundsson me lo immagino proprio come lui”, mi ha confessato un emozionatissimo Pinuccio Brenzini. E Gilardino prova a nascondere il suo gioiello: “Piano con gli elogi. Non osanniamolo troppo, altrimenti me lo portano via e a me serve tremendamente”.
 
Il timore di Gilardino è che a gennaio qualcuno possa fare un'offerta folle per quello che non è solo il giocatore del campionato italiano con il maggior numero di dribbling riusciti, ma ha anche preso confidenza col gol. In estate c'era stata un'offerta del Sassuolo che con il bonus arrivava intorno ai 12 milioni ma è stata respinta al mittente. Il Genoa i suoi giocatori non li svende più come accadeva in un recente passato e non ha nemmeno intenzione di barattarli per altri tre o quattro pseudo campioncini in omaggio alla finanza creativa. Tutti i club italiani (Inter, Milan, Juventus e Napoli compresi) sono obbligati a generare plusvalenze per provare a tenere i bilanci in ordine e a questa regola non sfugge nemmeno il Genoa dei 777. Ma i giocatori verranno ceduti quando avranno raggiunto il top della valutazione e non alla prima offerta. Insomma, i tempi sono cambiati.
 
Tornando a Gudmundsson ha anche interrotto una maledizione: il Genoa in Serie A non andava in gol con un tiro da fuori dal 15 maggio 2021 (Shomurodov a Marassi contro l'Atalanta). I successivi 38 gol sono stati tutti segnati da dentro l'area di rigore. Anche Dragusin è in crescita esponenziale, ma il suo procuratore (quello che non voleva farlo scendere in serie B e invece venire al Genoa è stata la fortuna del ragazzo) esagera quando dice che c'è stata un'offerta da 40 milioni. Il personaggio è folcloristico e sarebbe anche divertente se non fosse che ogni volta che si muove sembra un elefante in cristalleria. Chi invece non sta tenendo fede alle aspettative è Martinez. Non fa i miracoli ai quali ci aveva abituato lo scorso anno (vedi le parate su Salcedo a Bari e su canotto a Marassi contro la Reggina, ma questo non vuol dire tirarlo in ballo ogni volta che il Genoa subisce un gol. Certamente la sua uscita sul corner di Samardzic non è stata impeccabile ma questo non autorizzava Matturro, che non era pressato, a buttare di testa la palla nella porta sguarnita. Martinez qualche uscita la sbaglia (molte poche per la verità) ma semplicemente perché la fa. La stragrande maggioranza dei portieri ormai, proprio per il timore di essere lapidati, resta ancora sulla linea di porta e di sicuro non sbaglia.
 
(Foto Facebook Genoa CFC)