Genoa, Gilardino mangerà il panettone: Wander deciderà da Miami, ma dopo Santo Stefano

di Gessi Adamoli

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Genoa, Gilardino mangerà il panettone: Wander deciderà da Miami, ma dopo Santo Stefano

Alberto Gilardino resterà ad interim sino al giorno di Santo Stefano, poi, da Miami, Josh Wander prenderà una decisione definitiva secondo le indicazioni che gli arriveranno da Spors, Blazquez e Zangrillo che, dopo un'estate complicata ed un inverno ancora più difficile, sembrano essersi nuovamente ricompattati. Arrivato il martedì e con due partite da giocare in quattro giorni, l'allenatore subentrato a Blessin era impensabile che potesse incidere dal punto di vista tattico e tecnico. Certamente ha, però, portato “un fuoco nuovo” così come detto testualmente da Ilsanker. “Con Blessin non avremmo vinto col Sudtirol e ad Ascoli avremmo perso”, ha detto domenica sera Elio Signorelli a We are Genoa. Quella della squadra rossoblù era una caduta verticale che sembrava inarrestabile, Gilardino ha per prima cosa lavorato sull'aspetto psicologico provando a ridare sicurezza ad una squadra che perdeva la bussola alla prima contrarietà. Ed il Genoa ha tirato fuori quella voglia di non mollare che aveva smarrito. Ha lottato sino all'ultimo, ha certamente giocato una brutta partita, ora si dice “sporca”, ma si è preso un punto fondamentale. Per adesso è importante soprattutto limitare i danni ed arrivare alla sosta di Natale non perdendo ulteriori posizioni in classifica. Poi Gilardino (o chi per lui) potrà provare a dare un'idea di gioco ad una squadra che ha sempre recitato a soggetto, senza cioè avere un copione da seguire. Ma dovrà anche lavorare per dare più sprint ad una squadra che da qualche tempo arriva sempre seconda sul pallone e anche ad Ascoli, a metà del secondo tempo, ha dato l'impressione di aver finito la benzina. Chissà, forse la preoccupazione di un calendario subito molto impegnativo aveva indotto Blessin a limitare i cariche di lavoro in preparazione per avere subito una squadra particolarmente reattiva. Del resto basta ricordarsi la partita di Coda nell'amichevole contro la Lazio il 27 luglio: tre gol e un quarto volutamente non segnato (rigore procurato e lasciato calciare a Gudmundsson). Era un'iradiddio, adesso, soltanto quattro mesi dopo, sembra un paracarro. E Gudmundsson? E' svuotato, saltava gli avversari come birilli ma ad Ascoli, dopo appena quarantacinque minuti, Gilardino gli ha comunicato che poteva bastare così. E Aramu? Possibile che non riesca ad incidere un giocatore che nel Venezia in serie A ha segnato 7 gol ed era sempre il migliore in campo?

E' un campionato balordo. Genoa, Parma e Cagliari, le squadre che alla vigilia del campionato per qualità delle rispettive rose erano considerate le grandi favorite, stanno tutte e tre stentando. Paradossalmente chi sta meglio di tutte e tre in classifica è proprio il Genoa che è anche l'unica ad aver cambiato l'allenatore. Anche il Cagliari ha fatto un pensierino a Ranieri che in Sardegna era già stato, portando in due anni la squadra sarda in serie A dalla C e vincendo la coppa di categoria. Ma anche a Cagliari hanno preso tempo, dando un ultimatum a Liverani: sette punti in tre partite. I primi tre li ha presi (a fatica) contro il Perugia, ora l'attendono la trasferta di Palermo ed il Cosenza in casa.

Gilardino di punti ne deve fare quattro nelle prossime due partite ovvero vincere col Frosinone e non perdere a Bari. Leggi la formazione della squadra allenata da Grosso e ti sembra impossibile che abbia nove punti più del Genoa. Il giocatore più conosciuto è Roberto Insigne, ma solo perché è il fratello di Lorenzo. E ci sono anche tre scarti del Genoa: Sampirisi, Mazzitelli e Caso. Qui, col pallone tra i piedi, erano considerati incapaci di intendere e volere. Ma il Frosinone gioca praticamente a memoria e soprattutto è in fiducia. Sarà durissima, ma il Genoa sul piatto della bilancia può mettere la Gradinata Nord. Lei non tradisce mai.