Genoa, Coda si sblocca e Martinez fa le parate del destino: la Serie A è più vicina con l'abbraccio dei 30mila
di Gessi Adamoli
3 min, 59 sec
Canotto ha rischiato ancora di essere galeotto, proprio come all'andata. Ma Martinez ha sfoderato una parata da fantascienza che ha salvato la vittoria e vale mezza serie A. Proprio all'ultimo minuto del recupero come era successo a Bari nella notte di Santo Stefano sul colpo di testa di Salcedo che, dopo qualche settimana, sarebbe diventato suo compagno di squadra. Due svolte fondamentali nella stagione del Genoa che abbiamo paura a definirle sliding doors viste le pesante sanzioni annunciate verso chi utilizza parole straniere al posto di quelle italiane. E speriamo solo che il nostro amato Genoa non debba tornare a chiamarsi Genova come accadde dal 1929 al 1945.
Il grande fascino del calcio sta proprio nel saper proporre belle storie come quella che ha per protagonista il portiere spagnolo. Contestato ad inizio stagione e ora uno dei grandi protagonista della volata del Genoa verso la serie A. Da queste colonne l'abbiamo sempre sostenuto, il suo non era un problema né fisico né tecnico. Semplicemente nel Lipsia era stato troppo tempo senza giocare, alle spalle di Gulacsi, il titolare della nazionale ungherese. Ed un portiere può lavorare sin che vuole durante la settimana, ma la tensione che bisogna gestire in partita non è allenabile. Martinez ha struttura fisica, personalità, non ha paura di uscire anche quando l'area è affollata e non ha solo un buon piede ma vede le linee di passaggio come fosse un regista arretrato. Ha grande prospettiva, con lui un altro giocatore rossoblù che ha davanti a sé un futuro ad altissimo livello è Dragusin che ha solo ventuno anni e incredibili margini di miglioramento. Può ripercorrere la strada di Skriniar, che aveva avuto un impatto traumatico col campionato italiano, ma che ora ha raggiunto una valutazione intorno ai 40 milioni. Altro giocatore da seguire con estremo interesse è Vogliacco che sta crescendo partita dopo partita. Per lui garantisce Mimmo Criscito. “E' fortissimo, farà sicuramente bene anche in serie A”, mi ha detto durante la festa al Little Club di qualche giorno fa.
Tra i due miracoli di Martinez sono passati solo tre mesi e sembra invece un passato lontanissimo. A Bari sedeva in panchina un allenatore definito ad interim, che cercava di rimettere insieme i cocci di quella che avrebbe dovuta essere una corazzata ma faticava a prendere le misure di un campionato per definizione molto complicato e che diventava ancor di più ostico se affrontato con poche e confuse e senza il minimo senso di autocritica. Con la Reggina è andato in campo un gruppo splendidamente coeso che vuole, fortissimamente vuole, centrare l'obiettivo e che per farlo profonde sudore, sangue e nasi rotti (vedi Bani). I numeri (e quelli, si sa, non mentono mai) sono lì a confermare lo straordinario lavoro di Gilardino. Sono sei le partite nelle quali la squadra rossoblù non prende gol e l'ultimo a segnare a Martinez, a Modena, era stato Puscas... Il portiere spagnolo ha tenuto inviolata la sua porta 14 volte sulle 23 partite giocate. Sessantanove erano i giorni di astinenza di Coda, un record negativo per uno come lui abituato a timbrare con grande regolarità. E, considerato che siamo in tema di numeri, non va dimenticato questo: 30.755. Sono gli spettatori (tra paganti e abbonati) presenti al Ferraris. E, con tutti il rispetto, l'avversario era la Reggina. Cosa succederà quando al Ferraris verranno a giocare il Napoli, il Milan o la Juventus. Tutto questo quando è partito il progetto per un nuovo e modernissimo stadio da trentamila posti, ma che rischia di essere troppo piccolo per il ritrovato entusiasmo del popolo rossoblù.
Il Genoa, del resto è una costante di tutta la stagione, ha faticato a sbloccare il risultato. Gilardino ha elaborato una squadra molto equilibrata che copre bene in difesa e che non si trova mai inferiorità numerica in mezzo al campo, ma riempie l'area avversaria con pochi giocatori. In occasione del gol il Genoa aveva due soli giocatori impegnati nella fase offensiva. Sturaro e Coda che ha fatto una magia, mandando la palla a baciare il palo interno della porta di Colombi. Diventa tutto più semplice una volta passati in vantaggio e non solo perché Gudmundsson, negli spazi si esalta e ha spunti irresistibili. Così il Genoa si è costruito tre clamorose occasioni per raddoppiare ed evitare di doversi, al 97', affidare a San Martinez. Ma Coda, Badelj e Vogliacco non sono riusciti a portare il colpo del ko.
Ed è già da serie A la coreografia con stadio al buio ed il bagliore di migliaia di torce dei telefonini e tutti a cantare "Guasto d'amore" insieme a Bresh in maglia d'antan col il numero 2 di Vincenzo Torrente e sponsor Festival Crociere.
(foto Pescatore/Tucci)
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