Genoa, 180 minuti da dentro o fuori: giusto giocare in contemporanea?
di Redazione
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Se non cambiano gli orari, l'Empoli scenderà in campo conoscendo già il risultato dei rossoblù
A due giornate dalla fine, la strada verso la salvezza sta diventando sempre più un sentiero ripido e stretto, con tante squadre in corsa per evitare l'inferno della retrocessione. Classifica alla mano, ad oggi, il Genoa è quella che rischia di più visto che il vantaggio sull'Empoli si è ridotto al minimo sindacale dopo la vittoria dei toscani al "Ferraris" contro una Samp scarica e poco motivata. Proprio perché il distacco si è ridotto al lumicino, però, adesso ogni particolare, anche il più piccolo e magari quasi insignificante, può diventare un vantaggio o uno svantaggio, a seconda dei punti di vista.
Torna quindi a far discutere e non poco il calendario delle partite. Il Genoa infatti giocherà sabato alle 18, in casa contro un Cagliari che, a ben guardare, non è ancora certo della matematica salvezza e che, venendo da tre sconfitte di fila, non potrà certo fare regali ai rossoblù. L'Empoli invece dovrebbe giocare domenica alle 15 contro il Torino. Usiamo il condizionale perché, stando così la classifica, forse sarebbe il caso di rivedere il calendario, spostando una delle due partite in modo da farle giocare in contemporanea, per garantire la massima regolarità possibile.
Il problema, però, è che a conti fatti anche Fiorentina, Parma, Bologna e Udinese sono ancora invischiate, chi più chi meno, nella stessa lotta e quindi, per par condicio, anche le loro partite andrebbero giocate in contemporanea. Invece, l'Udinese aprirà le danze sabato alle 15 contro la Spal, Parma e Fiorentina si sfideranno al Tardini domenica alle 15 mentre il Bologna scenderà in campo addirittura lunedì alle 20.30 contro la Lazio. Il solito spezzatino di orari, insomma.
Sarebbe giusto che la società rossoblù facesse sentire la propria voce, per invocare magari un intervento da parte della Lega e chiedere la contemporaneità delle sfide decisive. Con buona pace delle tv e dei loro interessi milionari, una volta tanto.
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