G8, Genova 24 anni dopo, Traverso (Siap): “Serve memoria, ma anche giustizia per chi non ha sbagliato”

di Stefano Rissetto

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"I poliziotti che operano oggi a Genova non c’entrano nulla con quei fatti. Molti nel 2001 non erano nemmeno nati"

G8, Genova 24 anni dopo, Traverso (Siap): “Serve memoria, ma anche giustizia per chi non ha sbagliato”

A 24 anni dai tragici fatti del G8 del 2001, Genova torna a riflettere su una ferita ancora aperta. Lo fa anche attraverso le parole di Roberto Traverso, segretario genovese del SIAP (Sindacato Italiano Appartenenti Polizia), che commenta con rispetto e attenzione l’intervento della sindaca Silvia Salis in occasione dell’anniversario.

Traverso sottolinea l'importanza di mantenere viva la memoria, ma invita anche a distinguere tra i diversi piani di responsabilità: quello politico nazionale, responsabile delle scelte strategiche sulla gestione del dissenso, e quello locale, operativo, che riguarda il modo in cui Genova ha costruito nel tempo un proprio modello di gestione dell’ordine pubblico.

“A Genova ogni minima criticità viene affrontata come questione di ordine pubblico, con un approccio meticoloso che ha pochi paragoni in Italia”, scrive Traverso, che riconosce il valore di una strategia fondata su mediazione e contenimento, pur sottolineandone i costi operativi e l’impatto su un organico sempre più ridotto.

Nella sua analisi, Traverso ricorda anche episodi simbolici, come il gesto di una dirigente della Polizia di Stato che si tolse il casco durante una protesta operaia, e il momento – definito “storico” – in cui l’allora capo della Polizia Franco Gabrielli si recò personalmente a Genova per chiedere scusa a nome dello Stato per gli errori del G8. “Fu un giorno fondamentale”, scrive, “perché rappresentò il riconoscimento, da parte del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, di responsabilità gravi e indelebili”.

Ma il messaggio centrale del comunicato è anche un invito alla chiarezza: “I poliziotti che operano oggi a Genova non c’entrano nulla con quei fatti. Molti non erano nemmeno nati nel 2001 e meritano rispetto per il lavoro complesso e silenzioso che svolgono ogni giorno”.

Infine, Traverso ribadisce la centralità del concetto di sicurezza urbana integrata, che non si esaurisce nel controllo del territorio, ma include la prevenzione sociale, l’indagine, e la conoscenza del tessuto cittadino. In questo, secondo il dirigente SIAP, la sindaca Salis ha indicato una strada importante, richiamando l’equilibrio tra diritti e sicurezza come base per il futuro della città.

“Genova ha imparato. E oggi lo dimostra”, conclude Traverso. “Serve memoria, sì. Ma anche distinzione tra chi ha sbagliato e chi ha agito con coscienza. Tra passato e presente”.

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