Forum Energie, Rixi: "Italia dipendente dall'estero per il 75%, serve modello energetico più autonomo"
di Simone Galdi
Il viceministro alle Infrastrutture e Trasporti promuove l'iniziativa di Telenord
Ospite del Forum Nazionale sull'Energia, il viceministro alle Infrastrutture e Trasporti, Edoardo Rixi, ha avuto modo di spiegare la visione delle trasformazioni, il mondo in questo momento sta cambiando in maniera impressionante negli ultimi anni anche sul settore energetico.
La sfida della transizione - "Abbiamo avuto alcuni shock importanti dovuti prima alla pandemia ma poi soprattutto alla crisi in Ucraina che ci ha privato del gas, che era la nostra prima fonte energetica per calmierare le bollette degli italiani, con un aumento dei costi dell'energia. Le previsioni sono che nei prossimi anni chi avrà una capacità energetica importante e controllerà le sue fonti energetiche e potrà produrre energia a basso costo, avrà uno sviluppo economico particolarmente rilevante. Chi non avrà questi fattori e che non li riuscirà a gestire rischia di retrocedere nella classifica dei territori più sviluppati a livello globale. Credo che l'Europa, l'Italia in particolare, non possa permettersi. Bisogna uscire da una serie di feticci che ci siamo dati col tempo e ripensare la propria capacità energetica, mettendo a frutto i know-how che abbiamo sia in campo energetico ma anche sia in tutto il campo della logistica, soprattutto in quella marittima, per diventare noi protagonisti di questo cambiamento a livello locale".
Scenario mutevole - "Le produzioni di eolico e fotovoltaico che hanno sicuramente o temperano alla diminuzione delle emissioni di CO2 hanno però una forte variazione nelle capacità di produzione a seconda dei cambiamenti climatici che ci saranno. Oggi è difficile prevedere l'evoluzione e la capacità di resilienza di quei sistemi. Il tema ad esempio nel nucleare è invece un tema che o tempera a tutti i livelli, o tempera da un punto di vista di capacità energetica continentale o nazionale, quindi la capacità di generare quell'energia che ci serve sul territorio nazionale, il fatto di non immettere ulteriore CO2 in atmosfera e il fatto anche di essere resiliente a eventuali cambi climatici o a sciocchi internazionali. Questo per noi è fondamentale per garantire alle prossime generazioni di poter vivere ancora in un Paese sviluppato, ricco e industriale che guarda il futuro. Serve creare un sistema che armonicamente tuteli l'ambiente e lo sviluppo economico e la sicurezza nazionale".
Ricadute sui trasporti - "Tutta Europa ha la necessità di avere linee logistiche a livello intercontinentale particolarmente evolute. In Italia abbiamo una grande capacità industriale, più di quasi tutte le nazioni sulla Terra, siamo uno dei primi Paesi per capacità industriale, ma per mantenerla abbiamo bisogno di rifornire le nostre aziende di materiali prima e semilavorati e il nostro mercato non è abbastanza grande per le nostre aziende, quindi abbiamo bisogno anche di riuscire a esportare i nostri prodotti e raggiungere gli altri mercati. Questo vuol dire avere una grande capacità logistica e avere navi, treni e mezzi pesanti che abbiano un carburante adeguato, abbiano adeguati bunkerraggi, abbiano una visione dove andranno in futuro, quindi vuol dire che se noi elettrifichiamo le banchine perché non vogliamo le emissioni inquinanti all'interno degli scali nazionali, bisogna avere anche una capacità energetica per alimentarle a basso costo e bisogna anche capire quale sarà il carburante che le navi utilizzeranno in future navigazioni, così come se si cambieranno i camion e non saranno più diesel nei prossimi decenni dovranno avere la capacità o di essere ricaricati elettricamente".
La trasformazione necessaria - "Serve avere una forte resilienza della rete, che però è molto difficile garantire su tutte le tratte stradali nazionali e internazionali, o avere biocarburanti o altri carburanti che possono comunque garantire al nostro sistema di non fermarsi in qualsiasi condizione, quindi oggi quello che dobbiamo mettere assieme è una situazione complessa che comporta cambiamenti di norme, lo stiamo facendo sull'LNG marittimo. Abbiamo modificato i regolamenti per consentire i bunker raggi in banchine al rifornimento delle navi: dal prossimo settembre inizieremo a avere nei porti italiani i traghetti che non inquineranno più perché avranno i nuovi carburanti, però vuol dire cambiare appunto norme, cambiare regolamenti, cambiare anche una visione e non autolimitarci, perché se si vuole avere una visione del futuro per le prossime generazioni bisogna anche investire sulle nuove tecnologie e accettare le sfide che il futuro ci pone in anzi" ha concluso il viceministro.
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