Forum Energia, Gozzi (Duferco): "Se i processi di decarbonizzazione diventano desertificazione industriale è un disastro"

di Simone Galdi

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Per il presidente di Federacciai serve "rimettere l'industria al centro per recuperare spazio a Stati Uniti e Cina"

Ospite del Forum Nazionale Energia, ai microfoni di Telenord il presidente di Duferco e di Federacciai, Antonio Gozzi, ha lanciato un monito sui rischi di una transizione energetica senza altro criterio se non quello ideologico, che può portare a ripercussioni estreme sul sistema industriale europeo.

L'approccio sbagliato - "Al Paese, all'Europa in generale - spiega Gozzi - con un rischio di deindustrializzazione spinta, noi ripetiamo sempre una frase: se i processi di decarbonizzazione diventano desertificazione industriale è un disastro, perché tra l'altro in un deserto non c'è niente di verde. L'Europa ha sbagliato l'approccio ai temi della decarbonizzazione, fa fatica a uscirne praticamente. E' iniziata una riflessione autocritica, ma per ora si limita alla riflessione. Invece il tempo stringe, c'è bisogno di misure diverse, c'è bisogno di rimettere l'industria al centro per recuperare tutto lo spazio che Stati Uniti e Cina in questi vent'anni hanno portato via l'Europa, che era il primo continente industriale del mondo ed è diventato il terzo. E rischia di diventare il quarto perché ci sono gli indiani che corrono".

Il piano Mattei - "Il Mediterraneo e il Nord Africa - prosegue il Presidente di Federacciai - sono un ambito naturale di iniziativa italiana, c'è la storia che lo dice e c'è anche un'empatia culturale che gli italiani hanno con queste popolazioni, con queste nazioni, e che nessun altro Paese europeo ha. Il piano Mattei è un'intuizione felice perché cerca di sposare questa tradizione italiana che Mattei lanciò. Non dimentichiamo quello che fece, rispetto alle poche royalties che le grandi compagnie petrolifere mondiali pagavano ai Paesi produttori: lui fece diventare i Paesi produttori con il 50% dell'estrazione. Questo è il significato che ci viene riconosciuto ancora oggi. C'è una grande opportunità anche per l'allargamento dei mercati: noi siamo un Paese che invecchia sempre di più, si parla di 10 milioni di persone in Italia all'orizzonte del 2050, abbiamo una straordinaria carenza di mano d'opera, dobbiamo costruire nuovi mercati. Ebbene il rapporto con questi Paesi del Nord Africa è un rapporto strategico anche per questi motivi".

Lo spirito battagliero - "Una delle cose che hanno consentito all'Europa di sbagliare è che chi la pensava diversamente non ha avuto il coraggio di dirlo con forza. Oggi ci si rende conto che ragionamenti che persone come me facevano 15 anni fa, e che venivano individuati come blasfemi, sono invece riflessioni corrette. Bisogna avere il coraggio delle idee, bisogna farlo senza eccessive cortesie diplomatiche, senza convenzionalismo, perché sennò le cose non cambiano" conclude Gozzi.

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