Formazione degli insegnanti di sostegno, Genova Inclusiva accusa il ministro Valditara
di M.C.
Critiche al Ministro per il ricorso a percorsi brevi e online che, secondo le famiglie, mettono a rischio la qualità dell’insegnamento

Marco Macrì, esponente dell’associazione Genova Inclusiva, ha annunciato la segnalazione di un possibile reato alla Procura Europea (EPPO), accusando il Ministero dell’Istruzione di adottare scorciatoie nella formazione degli insegnanti di sostegno per raggiungere gli obiettivi del PNRR.
PNRR e formazione – Secondo Genova Inclusiva, il piano per l’inserimento degli insegnanti di sostegno prevede percorsi formativi troppo brevi e privi di esami di sbarramento e tirocini. Una modalità definita “asincrona”, simile a quanto avvenuto nel settore ambientale con la riforestazione, dove “si è dichiarato di aver piantato alberi, ma in realtà si sono solo sparsi semi”.
Qualità a rischio – Le famiglie denunciano che questa semplificazione compromette la preparazione dei docenti e, di conseguenza, la qualità dell’insegnamento destinato agli studenti con disabilità. “Non accetteremo mai la svendita della formazione di chi affianca i nostri figli”, si legge nella nota.
Ministro sotto accusa – Le critiche si estendono al Ministro Giuseppe Valditara, accusato di spostare l’attenzione su temi marginali, come l’uso dell’asterisco o della schwa, invece di affrontare i problemi strutturali della scuola italiana. “È l’ennesimo tentativo di distrazione di massa”, afferma Macrì.
Precedenti politici – Il rappresentante di Genova Inclusiva ha ricordato di aver già bloccato un comizio di Giorgia Meloni nel 2022, allora leader dell’opposizione, per denunciare le connessioni tra alcuni partiti e le università telematiche. “Speravo che chi avrebbe governato il Paese agisse con raziocinio, ma mi trovo costretto a denunciare alla Procura Europea”.
Titoli e trasparenza – Il comunicato esprime preoccupazione anche alla luce delle recenti polemiche sui titoli accademici della Ministra Calderone, ottenuti tramite corsi online. Un contesto che, secondo le famiglie, alimenta dubbi sulla trasparenza e sulla qualità della formazione pubblica.
Appello delle famiglie – “I nostri figli hanno diritto a un’istruzione di qualità pari a quella dei loro coetanei”, ribadiscono i genitori. L’obiettivo è garantire ai giovani con disabilità un futuro di autonomia, non una condanna a dipendere dal welfare. “Non molliamo. La scuola non si vende”, conclude Macrì.
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