Fondi Lega, Bossi: "Sono stato defenestrato". Belsito: "I 49 milioni? Chiedete a Salvini"
di Fabio Canessa
3 min, 39 sec
Annullata la condanna per truffa, l'ex leader: "Vicenda cavalcata da altri, non è più il mio partito"
"Sono stato lasciato a lottare da solo. Ma io ho la coscienza a posto. Ho lasciato i conti in ordine, i miei investimenti hanno generato tutti plusvalenze. Quello che è successo dopo non devono chiederlo a me, non posso sapere come hanno usato quei soldi Maroni e Salvini". Lo ha detto l'ex tesoriere della Lega Francesco Belsito commentando la sentenza della Cassazione che ha annullato la condanna a 3 anni e 9 mesi perché prescritta per truffa allo Stato rinviando in corte d'appello per quanto concerne l'appropriazione indebita.
Dei 49 milioni da confiscare parla anche Umberto Bossi, che si sfoga: "Non ho avuto conseguenze sul piano penale ma quei soldi li ho presi e lasciati nella cassa del partito. L'unico rammarico è che per questa vicenda, cavalcata da altri, sono stato defenestrato. Il partito, che era il mio partito, oggi è di altri. Mi sento dignitosamente riabilitato come politico e come uomo". Così l'ex leader della Lega, secondo quanto riferisce il suo legale Domenico Sammarco.
Così Bossi giudica "assolutamente falso e inventato" il loro utilizzo "per spese familiari". "Il reato contestato nel processo di Genova sarebbe di aver preso i rimborsi elettorali avendo depositato bilanci errati; il deposito dei bilanci era l'unico requisito per poter ricevere finanziamenti pubblici ai partiti in base alla percentuale presa alle elezioni", aggiunge Renzo Bossi.
"Sto valutando con i miei avvocati se fare un'azione legale. Dopo sette anni, documenti alla mano, è arrivato il momento di fare chiarezza. Ieri - ha detto ancora Belsito - c'è stata una grossa battaglia e la fine di questa vicenda. Sul banco degli imputati siamo saliti io e Bossi, ma anche dopo le mie dimissioni i rimborsi elettorali hanno continuato a confluire nelle casse della Lega. Allora mi chiedo: perché per me era truffa e per gli altri no?".
Belsito si è concesso poi un'ultima stoccata. "Credo di essere stato un grandissimo amministratore, ma ho pagato le conseguenze essendo stato fin troppo bravo. Io sono stato definito il 'tesoriere bancomat' e quando elargivo soldi e aiutavo tutti andava bene. Poi però se ne sono dimenticati tutti di me e mi hanno lasciato solo. Ma adesso è arrivato il momento di reagire".
"Mi sento più che innocente. Sono disposto al confronto con l'attuale segretario del Matteo Salvini per dimostrare la mia buona fede e il mio buon governo dei fondi della Lega", ha aggiunto commentando la sentenza con cui la Cassazione lo ha ritenuto responsabile dell'appropriazione indebita di 5,7 milioni investiti a Cipro e in Tanzania. "Con questi e altre 148 operazioni che allora avevo fatto fuori dell'area Euro - ha aggiunto- ho fatto guadagnare il partito".
Belsito, che ieri si è visto dichiarare dalla Suprema Corte la prescrizione del reato di truffa ai danni dello Stato e per quel che riguarda l'appropriazione indebita il rinvio in appello per la rideterminazione della pena, ha spiegato di aver fatto un investimento che, dopo gli articoli di stampa in cui di era "gridato allo scandalo", è stato in un certo qual modo annullato: "Con un atto notarile, di cui ho copia, sono stati disinvestiti i fondi" allora finiti presso le banche di Cipro e la Fbme Bank della Tanzania.
"Abbiamo scritto ai due soggetti che li avevano percepiti e che ce li hanno restituiti solo per una questione mediatica. Allora - ha ricordato - spiegai nel consiglio federale la tipologia degli investimenti con gli utili che avevamo realizzato fuori dall'Area Euro". Belsito ha parlato in tutto di 150 operazioni, tra cui "speculazioni su monete", come la Corona Norvegese e il Dollaro Australiano e investimenti anche in fondi azionari italiani ed esteri. E poi, "200 mila euro in lingotti e 100 mila in diamanti".
"Quando ero tesoriere (dal febbraio 2010 all'aprile 2012, ndr), non c'erano paletti sugli investimenti dei fondi che il partito aveva in cassa. Nessun vincolo. Inoltre investivo sul 'tesoretto' accumulato negli anni senza intaccare la gestione ordinaria e quindi il denaro per mandare avanti in movimento. Alle mie dimissioni il saldo era di circa 41 milioni di euro".
"Con i documenti alla mano posso dimostrare che gli investimenti che ho effettuato da amministratore sono tutti andati a buon fine. Sono disposto da ex tesoriere a un confronto con l'attuale segretario Salvini per dimostrare la mia buona fede e il mio buon governo del denaro". E alla domanda di dove siano finiti, secondo lui, tutti quei soldi Belsito ha risposto: "Non faccio il cartomante e non posso dire dove siano andati in quanto non conosco le strategie gestionali dei miei successori".
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