Fondi a Hamas, martedì l’interrogatorio di Hannoun. Presidio di solidarietà davanti al carcere di Marassi

di R.S.

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Giuristi e Avvocati per la Palestina (Gav): "Stupore e sconcerto per la grancassa mediatica”

Fondi a Hamas, martedì l’interrogatorio di Hannoun. Presidio di solidarietà davanti al carcere di Marassi

È fissato per domani mattina alle 9 l’interrogatorio di garanzia di Mohammad Hannoun, presidente dell’Associazione dei Palestinesi in Italia, arrestato nell’ambito dell’operazione “Domino” con l’accusa di finanziare Hamas e di guidare una rete di sostegno economico al movimento. Oggi, intanto, Hannoun riceverà la visita in carcere dei suoi avvocati Emanuele Tambuscio, Fabio Sommovigo e Dario Rossi.
 

Oggi pomeriggio, inoltre, è previsto un presidio di solidarietà davanti al carcere di Marassi, organizzato da sindacati di base e dal Centro culturale islamico di Genova. L’iniziativa vuole esprimere sostegno agli arrestati dell’operazione “Domino” e denunciare, secondo gli organizzatori, “l’offensiva contro tutte le realtà e gli attivisti ProPal, assimilati ingiustamente al terrorismo islamico”. I promotori sottolineano come la mobilitazione sia anche una risposta all’odio e al razzismo che colpisce la popolazione immigrata e agli attacchi contro chi manifesta a favore dei diritti del popolo palestinese.
 

Sul caso interviene anche il Coordinamento dei Giuristi e Avvocati per la Palestina (Gav), che esprime “stupore e sconcerto” per la “grancassa mediatica” di alcune testate vicine alla destra politica e culturale. Il Gav ribadisce piena fiducia nell’operato della magistratura italiana, auspicando che le indagini vengano condotte “con rigore, serenità e garanzie piene”, senza subire pressioni esterne o campagne mediatiche mirate a delegittimare il dissenso. Secondo il coordinamento, l’uso di fonti israeliane per attribuire l’appartenenza ad Hamas a organizzazioni umanitarie è da considerarsi poco attendibile, trattandosi di fonti politicamente interessate. Il Gav invita istituzioni, avvocatura, mondo accademico, società civile e media a difendere lo spazio democratico e i diritti umani per il popolo palestinese, sottolineando che la solidarietà non può essere criminalizzata.

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